lunedì 19 marzo 2018

Macron – Merkel. Summit dei disperati.

Giuseppe Sandro Mela.

2018-03-19.

Macron Merkel Parigi

Questa fotografia la racconta lunga sul summit franco - tedesco.


Una cosa è avere un governo, ed una del tutto differente è averlo che funzioni.

Se la nuova Große Koalition ha i numeri da un punti di vista aritmetico, d'altra parte risente di molte falle turate alla belle meglio: sia la Union, Cdu e Csu, sia la Spd sono uscite bastonate a sangue dalle elezioni del 24 settembre e nelle prospezioni continuano a perdere consensi. Al di là dei sorrisi per la stampa hanno obbiettivi divergenti ed infine divergono anche gli interessi delle diverse componenti dei partiti.

Se è vero che Frau Merkel è nuovamente Bundeskanzlerin, per un quarto mandato che a tutti sembra democratico a contrario del terzo di Mr Xi, chiaramente tirannico, è altrettanto vero che la forza politica e la moral suasion di Frau Merkel è davvero scarna, molto scarna.

A riprova di quanto detto, il summit franco - tedesco si è svolto a Parigi, non a Berlino: non è stata Frau Merkel a convocare Mr Macron, bensì Mr Macron a convocare Frau Merkel. Un vero scacco diplomatico. Ma per quanto concerne l'Europa, Francia e Germania hanno visioni opposte e contrastanti.

E, si noti, Mr Macron dopo la sconfitta a Pontoise, è un lame duck, una anatra zoppa. Se è vero che è stato eletto, è altrettanto vero che a breve dovrà cimentarsi con le elezioni regionali. Ci si ricordi che i consiglieri regionali sono i grandi elettori del senato francese.

Macron. Gran bella mazzata le elezioni di Pontoise.

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«Il lavoro che ci aspetta è importante in un contesto europeo profondamente scosso da Brexit e dalle elezioni italiane che hanno visto montare gli estremi e che ci hanno permesso di toccare con mano le conseguenze di una lunga crisi economica e le sfide migratorie a cui non abbiamo saputo rispondere».

Mr Macron ha detto cose evidenti.

Al di là dei trionfalismi elettorali, l'Unione Europea sta attraversando una crisi economica dalla quale non si vede via di uscita. Un solo dato per tutti: in termini medi il 20% della popolazione europea sta vivendo sotto la soglia di reddito della fascia della povertà e la disoccupazione è ben sopra il 10%.

Si aggiunga poi la crisi istituzionale che affligge la dirigenza dell'Unione Europea, contraltare alla disgregazione politica di molti stati dell'Unione Europea. Molti stati hanno infatti governi di minoranza e molti altri hanno governi traballanti.

Ma senza un controllo reale del Consiglio Europeo, ossia del centro decisionale formato dai capi di stato e di governo, nessuna iniziativa può prender luce. Francia e Germania devono prendere ato che esistono anche gli altri, e che votano.

E il Consiglio Europeo è anche dilacerato, con i paesi del Visegrad in aperta rivolta contro Bruxelles, e con molti paesi dell'ex est - europeo che traballano.

La visione di Mr Juncker degli Stati Uniti di Europa appare sempre più improbabile. Poi, i 'populisti' sono alle porte. Basterebbe solo pensare allo socnquasso che ha fatto AfD con la sua sola presenza al Bundestag.

Se Mr Macron e Frau Merkel non vogliono veder allungare la lista che va dal Brexit al crollo del partito democratico in Italia dovranno prender atto dei tempi mutati. Di sicuro in Consiglio Europeo non avranno più il fido Mr Gentiloni ed il ricattabile Mr Fico.

L'epoca dell'egemonia dell'asse franco - tedesco sembrerebbe essere finita.


Nota.

Mr Robert Fico ha dato le dimissioni. Adesso anche la Slovakia è nel turmoil, con vivo disappunto degli eurocrati.


→ Ansa. 2018-03-17. Macron-Merkel: il voto in Italia ha scosso Ue, ora al lavoro

Insieme alla Brexit, toccato con mano effetti crisi e migranti.

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 "Il lavoro che ci aspetta è importante in un contesto europeo profondamente scosso da Brexit e dalle elezioni italiane che hanno visto montare gli estremi e che ci hanno permesso di toccare con mano le conseguenze di una lunga crisi economica e le sfide migratorie a cui non abbiamo saputo rispondere". Lo ha detto il presidente francese Emmanuel in conferenza stampa congiunta a Parigi con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Macron ha proposto una "road map chiara e ambiziosa entro giungo" per rifondare l'Unione europea. "E' indispensabile costruire questa nuova ambizione per l'Europa", ha aggiunto.

Per Macron, con la venuta di Merkel a Parigi, "si apre oggi una pagina importante" per l'avvenire dell'Ue. "Nel trimestre che si apre abbiamo molte cose da fare, si tratta di un lavoro indispensabile, ancora più indispensabile di qualche mese fa...", ha osservato il presidente citando, tra l'altro, "nuove ambizioni" per la zona euro, la politica migratoria, la difesa comune, la politica commerciale, la ricerca,la cultura e l'istruzione. Da parte sua, Merkel si è detta pronta a "lavorare strettamente" con Parigi.

Tra l'altro, ha dichiarato che entro giugno bisogna "assolutamente arrivare a una soluzione per la politica europea sull'asilo". Sul piano bilaterale, è stata ribadita la comune volontà di Parigi e Berlino di adottare un nuovo Trattato dell'Eliseo. Macron ha inoltre ringraziato l'ospite per la sua venuta a Parigi e si è congratulato per la sua rielezione: "Brava, congratulazioni", ha detto il leader francese, salutando un "accordo di coalizione solido". "Ormai è cosa fatta", ha concluso, dicendosi "felice che tutto questo abbia avuto un buon esito".


→ Reuters. 2018-03-17. In Paris, Merkel and Macron seek common ground on euro zone reform

President Emmanuel Macron and German Chancellor Angela Merkel pledged on Friday to formulate a roadmap for euro zone reform by June, but they may struggle to find common ground on further change in Europe.

Merkel, who was narrowly re-elected to a fourth term as chancellor, wants to fulfil her incoming government’s pledge to deliver a “new start” for Europe. Macron, too, has made euro zone overhaul a central goal since taking power last May.

“We are not always on the same page. But Germany and France have also achieved a lot in the past and now we have the firm intention to do that again,” Merkel said before her meeting with Macron, their first since she formed a new coalition government.

Merkel said the goal of the reform push had to be to stabilise the euro zone and improve the competitiveness of the single currency bloc.

“We’ll put forward a clear, ambitious roadmap by June for this overhaul,” Macron said. In addition to the future of the euro, the roadmap should also address further integration of the bloc on migration, defence and trade, he said.

Merkel also said there was a need for more convergence on asylum policies.

There is already substantial reform under way in the euro zone, including the creation of a banking union among its 19 member states and plans for a single deposit insurance scheme that would protect individuals’ savings.

However, the appetite for deeper integration, such as Macron’s grand ideas for a standalone euro zone budget, a single euro zone finance minister and a dedicated fund that would help countries facing external shocks, is limited.

Members of Merkel’s conservative bloc are wary of more comprehensive European integration, especially if it means that Germany, Europe’s economic powerhouse, would be pooling risks and debts with other, less financially stable countries.

The Netherlands and seven other EU states issued a joint statement in early March saying a lot had already been done to strengthen the architecture underpinning Europe’s economic and monetary union, and the first priority should be to ensure countries implement those measures.

Macron has said his plans are for the long-term and will be the natural outcome of deeper euro zone integration. But that raises the question of what France and Germany - often referred to as the engines of the EU - can come up with in the short-term to show they are delivering on a fortified European project.

Macron, 40, has waited impatiently for the Germans to form a government and is itching to press ahead.

The chancellor, 63, knows that Macron, in his first term, needs to deliver on his promises, well aware that a large proportion of France’s electorate remains susceptible to far-right and far-left populists who are sceptical about the EU.

In January, when they last met for formal discussions on the eurozone and Merkel was still negotiating over a coalition, the pair said they hoped to present their plans to member states at an EU summit in March.

But that gathering is a week away and it appears unlikely that they will have anything concrete to put forward by then, with the next EU leaders’ meeting in June now the new deadline.

“We must agree by June a Franco-German roadmap for the whole euro zone. It’ll be very tough work,” French Finance Minister Bruno Le Maire said after talks with his German counterpart, Olaf Scholz.

Yet, even if they can get the 17 other euro zone members to agree to further reforms — how better to deploy their 500 billion euro ESM rescue fund — there will be a tight schedule to implement those changes before the EU has to tackle its next big challenges: Britain’s formal exit from the union in March 2019 and European Parliament elections shortly afterwards.

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