domenica 11 febbraio 2018

Situazione preoccupante (idee politiche diverse, a parte)

Leggere il post di Paolo Barnard (che potete trovare nel suo sito o anche ospitato su comedonchisciotte) o anche leggere il blog orizzonte48 , proprio gli ultimi articoli, è qualcosa che, aggiunto magari a un vecchio post del sito dell'avvocato Marco Mori, non dico che dia i brividi, ma al contrario può dare una scossa. Eccoci al dunque: perché mai non si riesce a essere chiari sulle cose da fare? O meglio, sul come farle? Non basta dire che le cose vanno male, né è sufficiente elencarle dato che , quasi tutti, le sappiamo: dalle cose semplici, tipo pulizia delle strade carenti, fino alle difficoltà nell'esercitare il commercio con gli stati esteri, e tutto questo senza entrare in merito alla burocrazia. Mi chiedo perché non ci sia giornalismo d'inchiesta in tal senso , ma solo slogan contro o per una parte politica (lasciando perdere il solito discorso che dx o sx sono facce della stessa medaglia). Se è vero come è vero, che ciò che ha fatto Monti è stato un danno di cui si pagano, ancora e non si sa per quanto , le conseguenze, perché non si cerca di scoprire che cosa andrebbe fatto e come? E in quali tempi ? Dico queste cose perché se per la Brexit ci vogliono anni, anche per noi ci vogliono almeno mesi per ,se fosse possibile, ridiscutere i trattati: sappiamo che per organizzare una riunione, anche solo esplorativa, richiede almeno tre o quattro mesi : da qui ai tre o quattro mesi, non si sa cosa può succedere, ma si ha solo la certezza che le cose rimangono così come sono. Ergo, chiunque dovrebbe avere non un piano "B" ma un bel piano "A": che non significa rinunciare a cambiamenti decisivi, che per me sono quelle cose che fanno da traino ad altri miglioramenti. Se c'è un vero taglio del costo del lavoro, e se le aziende dovessero riprendere o dovessero nascerne di nuove, vuol dire assunzioni o fine della cassa integrazione: mettiamo pure un taglio dell'Iva, e quasi certamente si avrà una ripresa dei consumi interni, meglio se di prodotti italiani. Intendo qualcosa del genere che, tuttavia, non mi pare aver letto o sentito enunciare, non dico in questi termini, ma che accenni o parli di cose concrete: nominano il Pil , parlano di miliardi di euro, ma in pratica cosa accade a chi vuole diventare artigiano e riparare e ripulire scarpe o borse? E' lì che vorrei chiarimenti. Vorrei mettere in piedi un'azienda che produca pasta fresca , con reparto cottura e offrire piatti pronti stile take away : c'è una burocrazia incredibile,oltre a un costo iniziale, a parte le attrezzature, notevole. C'è gente che non riesce a pagare i 600 oppure 800 euro di affitto per una casa in città, dove 600 sono un bivano in periferia, intendendo paesi a 8 o 10 o anche 20 km dalla città, in questo caso Cagliari: e dove i collegamenti non sono, di norma, con metro di superficie (noi abbiamo questa, ahimè) ma con pullman (ma non di linea urbana, cioè non a 1 euro e 30 centesimi a biglietto, ma se non erro a 2 euro e 50 a tratta, solo andata ovviamente). Della serie che ci sono i micro problemi , le piccole difficoltà, e poi i grandi problemi e le grosse difficoltà. Oggi è domenica e non infierisco su nessuno, quindi niente micro criminalità ,niente migranti, niente su quei fronti.  

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