lunedì 8 gennaio 2018

Gli ipocriti

Nella sua saggezza Antonio De Mello scrisse che "se tu compri un biglietto della lotteria, lo fai sperando che sia tuo il biglietto vincente, e non certo sperando che sia il tuo vicino di caso o un'altra persona". Lo stesso discorso potrebbe farcelo uno psicologo o la nostra stessa spinta ad acquistarlo, e nel caso ad esempio del superenalotto, non è che ci giochiamo per far "aumentare il montepremi", così se il mio vicino di casa vince, vincerà "di più". Questa introduzione per tornare sui cori razzisti durante la partita Cagliari Juventus: primo , sono persone strapagate quelle che giocano quelle partite; secondo, di solito si gioca per vincere, se non sbaglio, dato che il lauto stipendio serve anche per motivare il giocatore, prescindendo dai contratti di lavoro e dal minimo sindacale; terzo, se si gioca tanto per giocare, forse, dico forse, uno non si sentirà preso per il culo, sfotticchiato, anche insultato dall'avversario, ma giusto perché non c'è niente di importante in palio, della serie che "si gioca tanto per giocare o perché non c'è di meglio da fare o anche soltanto perché piace giocare". Quindi non capisco se chi si pente per le azioni altrui, cioè le società di calcio in questo caso, non dicano che "è importante partecipare e non vincere", motto che va bene per chi gioca con gli amici il sabato sera mentre le mogli vanno a fare la spesa (ahimè al supermercato: ci sono negozi "normali" aperti, frutta e verdura e macellerie). E' da ipocriti ,quindi, sostenere che i cori di buu o simili siano razzisti: ma che cavolo me ne frega se chi gioca ha la pelle scura! Semmai posso recriminare sui vivai e sulla scelta di quel giocatore a discapito di uno nostrano, forse, migliore o forse no, cosa che alla fine riguarda gli avversari. Nel mio caso posso ,come è già successo, dire a uno "della mia squadra" che è un venduto, uno smidollato, una pappa molle , e del resto il calcio scommesse c'è sempre stato o è anche quello un Gomblotto? Quindi che la piantino di essere politicamente corretti: è una cosa che va bene per chi ha la pancia piena e anche il portafoglio, e anche per chi non vuol essere criticato e non regge gli scherzi e le battute. L'arbitro non lo puoi criticare perché sennò la tua squadra perde a tavolino; se qualche infiltrato, come è successo altre volte, lancia oggetti in campo (da noi erano famose le arance) idem, più la squalifica del campo, e cioè la prossima volta invece che in casa, in trasferta; idem , con multa a carico della società,se ci sono i cosiddetti cori razzisti e di odio (ma odio di che ? a me fa piacere se la mia squadra vince e basta). In definitiva hanno proprio rotto i coglioni: ecco perché un persona non va allo stadio e ,al massimo e sperando che le partite non siano truccate, si guarda le reti e le azioni migliori. E ovviamente segue altri sport dove c'è "meno politicamente corretto": come odio quelle strette di mano , quelle mani dei giocatori di pallavolo!
Se giocassi, come ho giocato a volley, ora si deve chiamare così, quasi per legge, giocherei per murare e/o per schiacciare e fare punti, e non certo per darti la mano a fine partita e ,magari, sorridendo anche se le ho prese di santa ragione. Ma siamo matti? E' come un venditore che fosse contento anche se non ha venduto niente: certo se sei uno che prende lo stipendio sia che venda sia che non venda, e cioè hai il tuo fisso a fine mese, diciamo che ci può anche stare, seppure io una bella strigliata o lavata di capo, te la darei, magari in camera caritatis e non certo in pubblico, perché ti devo motivare e non certo umiliare, ti devo caricare e non certo deprimere, sennò venderai e renderai ancora meno. Ecco il motivo dei fischi verso gli avversari, e l'incitamento verso i propri paladini: ma questo non lo capiscono, e anche in tv i commentatori sono contenti quando ci sono gli incitamenti verso la "nazionale",ma devono anche capire i fischi e i cori contro gli avversari. 

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