giovedì 21 dicembre 2017

Bergoglio: “Gli Europei Non Sono Una Razza Nata Qui, Hanno Radici Migranti”



Il tema dell’immigrazione è sempre di strettissima attualità. Quello dei rifugiati secondo Bergoglio “oggi è un problema di particolare rilevanza” ma riguarda la storia dell’uomo: “L’uomo è un migrante. L’Europa, oggi, è costituita da migranti che per secoli sono arrivati nel continente” ha detto in collegamento con l’università Sophia dei gesuiti a Tokyo.
“Gli europei hanno radici migranti”
“Gli europei non sono una razza nata qui in Europa e sono europei. Hanno radici migranti”.

E’ PROPRIO STUPIDO.


Gli europei non hanno  “una razza”, ma “una cultura”.  Una cultura che uno stupido e malvagio non capisce e disprezza; una civiltà  che i suoi amici Pannella e Bonino, coi loro numerosi complici e servi volontari,  hanno ormai distrutto quasi del tutto. Ma gli europei quella cultura   l’hanno  difesa per millenni da ondate  “migratorie” ostili.
Battaglia delle  Termopili e vittoria di Salamina (480  a.C.).   Seconda guerra punica contro Annibale (218-202  a.C.)
Battaglia di Poitiers (732 d.C.) .
Secolare resistenza dell’Impero Bizantino contro i Turchi, fino alla caduta di Costantinopoli (1453),  quando l’imperatore Costantino XI Paleologo rivestì l’armatura antico-romana con le aquile imperiali  d’oro  per andare a morire, combattendo su una breccia delle mura con un manipolo di nobili.
Imperatore Costantino Paleologo, cadde difendendo Costantinopoli.
Battaglia di Moàacs, 1526,   dove il re  Luigi d’Ungheria e di Boemia col suo esercito magiaro si oppose al Solimano,  e morì in battaglia. Con lui scomparve nella mischia di voivoda di Transilvania Zapolya. Il conte croato Cristof Frankopan vi  partecipò  con 5 mila uomini.
Primo assedio di Vienna (1529),  dove 17 mila difensori  absburgici, con mercenari tedeschi, spagnoli  e boemi ebbero la meglio sui 120 mila uomini comandati da Solimano il Magnifico.
Secondo assedio e battaglia di Vienna (1683),  quando ormai i turchi avevano invaso l’intera Austria. Il cappuccino Marco d’Aviano, confessore dell’imperatore d’Austria Leopoldo, riuscì a   radunare la lega militare di resistenza,  vincendo  i puntigli dei capi cristiani fra loro rivali.   Fu grazie a lui che  ai 18000 austriaci (e toscani e mantovani e  veneziani) comandati dal Prinz Eugen (Eugenio di Savoia),  da Varsavia il re  Jan Sobieski unì  suoi 30 mila  polacchi, fra cui erano 3-5 mila cosacchi ucraini; il tedesco  Giorgio Federico di Waldek apportò   i suoi 19 mila  svevi, bavaresi, franconi; l’elettore Giovanni Giorgio di Sassonia i suoi 9 mila sassoni – sicché l’Europa intera, di tutte le “razze”, (con la vergognosa diserzione del Re Sole che non partecipò,  per meschina ripicca anti-absburgica) si precipitò a battersi su quella breccia fatale che erano le mura di Vienna,   per non rendere l’Europa turca.
Forse interesserà sapere che   fu la Santa Sede a pagare gran parte  delle spese di guerra al Sobieski, anzi raddoppiando la somma originaria. E  che padre Marco d’Aviano  si fece dare l’obbedienza papale per entrare nella città assediata, pronto a morire,  e  il potere di impartire la solenne  benedizione pontificia a tutti i soldati, cui era annessa l’indulgenza plenaria.
Il 12 settembre padre Marco celebrò la Messa sul Kahlenberg. Re Sobieski – un tal tizio, che aveva preteso ed ottenuto di esser  dichiarato comandante in capo al posto dell’imperatore  Leopoldo (il quale  fu convinto a cedere per umiltà dal cappuccino)  – servì come un chierichetto. Da una lettera del marchese Spinola, uno dei capi presenti a Vienna, sappiamo che  “il padre Marco d’Aviano è venuto al soccorso dell’armata con un crocifisso in mano”.
Effettivamente il cappuccino durante la battaglia, col crocifisso  alzato, correva da una parte all’altra del fronte, dove lo scontro era più duro, per benedire e incoraggiare. E la cosa attestata anche dai combattenti  ottomani: “I turchi raccontavano che durante la battaglia  [il frate]  aveva in mano un pezzo di legno che era il suo Cristo e durante il combattimento aveva sollevato il braccio facendo dei movimenti che avevano portato totale confusione e aveva messo loro molta paura. Padre Marco era apparso loro un uomo così grande  da sembrare che si sollevasse quasi  dalla terra verso il cielo, così che furono costretti a battere in ritirata. Pensavano si trattasse di  un’arte magica”.

Il monumento al beato Marco d’Aviano a Vienna.

E adesso arriva lui a dire che gli europei non sono “una razza nata qui”.   Evidentemente la “civiltà” cui fa riferimento, quella dell’accoglienza,  è quella di George Soros;  ed è la stesso Occidente che, come ormai è comprovato, ha armato, finanziato e sostenuto l’ISIS contro il legittimo governo siriano,  creando centinaia di migliaia di “Profughi” che sarebbero stati volentieri a casa loro;   quell’America, quella Francia e quella NATO che lungi da combattere il terrorismo islamista, l’hanno creato e sostenuto.
E’ la stessa “civiltà” che sostiene come “nostri valori”  le nozze sodomitiche, l’aborto, la droga, l’eutanasia –  e li sta opponendo  come dittatura alla Polonia e Ungheria,  mettendo due nazioni sotto accusa   a Bruxelles –   l’individualismo edonista e  consumista. Quella libertà che, come ben dice Dugin,  “ha privato l’uomo di ogni forma di identità collettiva.  La  religione,  i valori tradizionali, la gerarchia, a coscienza nazionale: bisogna liberarsene. Tutto diventa opzionale: ognuno può scegliere la propria religione, la propria nazione, e  oggi il proprio sesso. E’ ideologia pura: l’uomo inventa questi concetti e la realtà ci si adatta. L’obbiettivo ultimo del liberalismo è di eliminare l’umanità:  si dà all’uomo la scelta di continuare a vivere o come cyborg, o come animale”.
E invece di riconoscere  in questo l’anti-civiltà, El Papa si unisce ai vandali distruttori della cultura, i Soros, le Bonino, Hillary Clinton.  E’a tal punto ignaro di cosa sia una civiltà,  che  rimastica pure  malcotti pregiudizi biologico-razziali. Chi lo sa, magari ci  rimprovererà di aver rubato la terra ai Neanderthal. Cretino.
fonte https://www.rischiocalcolato.it/2017/12/bergoglio-gli-europei-non-sono-una-razza-nata-qui-hanno-radici-migranti.html
Commento : Non è che voglio prendere le distanze da Maurizio Blondet, anzi mi dà fastidio il pensiero che esprime Bergoglio, e non solo in questa circostanza, dato che non difende i cristiani cattolici né i valori cristiani. Tuttavia tutto questo amore nei confronti dell'Europa che traspare sia nel post di Blondet, sia in diversi commenti che ho , brevemente, letto nel sito, non è che mi giungono nuovi, ma mi chiedo se siano scritti dalle stesse persone che, mesi addietro si lamentavano nel sentire le richieste di aiuto da parte degli abitanti di Ischia, o che non gradivano che la Lega andasse a cercare voti nel Sud Italia, o che sarebbe auspicabile una secessione nel Nord Italia e che questa nuova realtà sia composta dalle regioni Veneto Lombardia Piemonte. Ho escluso Friuli e Valle d'Aosta e Trentino ,perché non mi ricordo se le hanno menzionate, idem per l'Emilia Romagna. Due perle di saggezza popolare : si comportano come i ladri di Pisa, che poi bisticciano per il bottino. Se c'è la nazionale che gioca siamo tutti ,oltre che allenatori, anche allenatori: diversamente la nazione è solo da Bologna in su. Poi c'è un detto sardo, che ben si addice al tutto: custa stima posta in giobia, accabbara in cenabora. Che significa "questo affetto, entusiasmo che si vede giovedì ,sparisce, finisce venerdì" : ovvero , adesso siamo tutti europei o legati alla cultura europea, che pensiamo sia nostra, ma domani ,che guarda caso è venerdì (come nel detto sardo), chissà come ci sentiremo; magari più legati al nostro territorio e ai nostri interessi, e ci daranno fastidio le lamentele dei napoletani o dei sardi, diremo che ci stanno sui coglioni e che si fottano. Forse dopo che avremo espresso, si spera , un voto utile: allora ci sarà da fare i conti.

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