lunedì 20 novembre 2017

Bivio : dare retta ai consigli?

Non so se mi trovi a un bivio , ma di certo dover scegliere se , ignorando le raccomandazioni del curatore, riprendere in qualche maniera a lavorare: o se, al contrario , lavoricchiare e mantenere un profilo basso. Il che vuol dire scordarsi di avere un c/c , e fin lì poco male. Lavorare in nero, cosa non sempre facile, dato che ciò vuol dire, nel settore arredamento, ricevere denaro contante che, però non sempre arriva nei tempi previsti: di solito ,questo genere di conti si regola al Salone del mobile di Milano o in sede aziendale, il che ti comporta un viaggio, costo del volo e degli spostamenti, e anche il, sempre dimenticato, tempo. Per contro ci potrebbero, o meglio ci sarebbero state altre possibilità di lavoro, ma che comportano aperture di partita iva e camerali, costituzione di società, anticipo di denaro per tutto ciò che occorre per avviare l'impresa: e quando sembrava tutto pronto, ecco che chi doveva scucire i denari, ci ripensa e fa retromarcia. Capisco che il momento non è dei migliori, che ci sono un sacco di difficoltà a reperire il denaro e sopratutto a convincersi che "l'idea è buona e può essere vincente" (almeno nel breve/medio tempo), perché dubbi ne possiamo e ne dobbiamo avere, e servono , una volta fugati, ad acquisire certezze che ci permettono di andare avanti. Ma proprio a me doveva succedere? E ancora una volta, repetita iuvant . Si perché il negozio di arredamento che dovevo avviare e seguire per conto di un appassionato (almeno a parole così mi era apparso) era già andato nel dimenticatoio, una volta che in due anni e dopo aver visto circa 5 locali uno più bello dell'altro, lui ci aveva ripensato: morale della favola, mai fidarsi e cullarsi negli allori, e mai credere che il tuo interlocutore, sia esso amico o amante, ti abbia capito o abbia compreso il tuo pensiero. Ho preparato , in questi mesi, estate compresa, tre progetti legati al mondo della ristorazione e della produzione alimentare, e due all'arredamento (mia vecchia passione). La persona che poi si è ritirata, mi ha detto che , facendo due conti ,così a mente, si è resa conto che ,oltre alle spese di locazione e le cosiddette spese vive, ci sarebbero state quelle legate agli adempimenti fiscali , tasse e balle varie che inciderebbero troppo, anche se la società fosse una  srl semplificata. Un dispiacere che si aggiunge agli altri che già mi affliggono. Le parole del curatore suonano, anzi risuonano nelle mie orecchie come una beffa: "si ricordi che lei non deve avere niente". Infatti, più niente di così ...

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