lunedì 16 ottobre 2017

Ma anche ... ma tu lo sai che ... anche da noi ... ma anch'io però ... a dirla tutta ...

Ogni tanto succede che qualche fatto di cronaca faccia riemergere dei ricordi che, inconsapevolmente , erano stati cancellati: o meglio, pensavamo fossero spariti, anzi neanche quello. Perché , in verità, meccanismi del cervello di auto difesa, di protezione , fanno in modo di far circolare ,nella nostra mente, ciò che dovrebbe "farci bene". Può una violenza sessuale essere un buon ricordo? Credo proprio di no. Così come non lo è la prima volta che prendiamo delle botte, o che ci siamo fratturati qualche osso. Così come un votaccio o una cilecca in campo sessuale, o quando non ci hanno ,non solo assunti, ma proprio "presi in considerazione", scartati a priori. Insieme a questi pensieri, belli o brutti che siano, ce ne sono altri, ed è leggendo o venendo a sapere che Tizia o Caio sono state vittima di oppure che Sempronio ha avuto un incidente , ecco che scatta non un meccanismo di emulazione, ma un ricordo di un fatto simile che ci può essere successo. Un'esperienza simili possiamo averla vissuta anche noi, ma in alcuni casi si tende , purtroppo, a travisare uno sguardo che ci può aver rivolto una persona adulta ,mentre noi, bambini o adolescenti, oggi e col senno di poi, divenuti adulti ricordiamo in maniera imperfetta. E' possibile che, se vero, quando il fatto è avvenuto, perché obiettivamente lo sguardo c'è stato, per un senso di vergogna o timore ci siamo tenuti dentro di noi tutto: ma è anche vero che il tempo ha cancellato ,in parte , il fatto, o fattaccio. C'è quindi, a mio parere, chi può aver esagerato nel ricordare un fatto: tipico è il caso del cane che, nel ricordo dell'adulto , è di grossa taglia, laddove è invece di taglia media, ma al bambino divenuto adulto è quello il ricordo che ha. Anni fa ho ricordato in un commento, mi pare su luogocomune.net, quando si parlava di molestie sessuali, che anch'io ne subii una: nel senso che mi capitava di andare di pomeriggio ,a ripetizione di latino e greco, ero allora in IV ginnasio, e non riuscivo a ingranare, pur avendo alle spalle due anni di latino fatti in seconda e terza media, ma il greco, in ogni caso era ed è un'altra cosa. Ebbene, durante il tragitto ,non una spider rossa, ma mi pare una 124 beige , mi si affianca e il tizio in auto mi dice se volevo un passaggio: gli rispondo che "no , grazie, sono arrivato"; lui allora mi dice che "se volevo mi aspettava, così andavamo a farci un giro". Il mio timore, la mia coglionaggine, mi fece rispondere "va bene, fra un'ora dovrei aver finito". Senonché pensa che ti ripensa, la paura o il semplice pensiero di aver fatto una cazzata, vuole il destino che in quella scuola dove andavo a fare ripetizione, ci fosse un'altra uscita e che questa venisse adoperata ,di norma, di pomeriggio . Quando sono uscito me la sono filata come un razzo verso casa, che per fortuna non era lontana. Ho cercato di cambiare orario, nel senso che alle ripetizioni arrivavo in anticipo, e preferivo aspettare che dover dare spiegazioni a quel tipo. Non riuscirei a ricostruirne, così a mente, i tratti somatici, mentre per l'auto è diverso, dato che mio padre "vendeva auto" e di quella marca: ripeto per il viso, l'aspetto, sbaglierei in buona fede, perché dovrei ricorrere allo stereotipo del potenziale seduttore violentatore: già per far capire ho detto che "non aveva una spider rossa", come nel caso della buonanima di "Milena Sutter" , che data la mia età ricordo bene . Tornando al titolo del post, è un dato di fatto che , numerose persone ogni volta che accade, purtroppo, qualche fattaccio, riesumano scheletri dagli armadi o tendono a ricordare, e molte volte a esagerare: c'è stato un incidente stradale di quelli terribili? E quelli, subito, ma anche da noi due anni fa...e via nei ricordi, magari esagerando sul numero dei feriti o ,ahimè, dei morti. Una donna è stata vittima di avance nel posto di lavoro? E via ricordando come ...anche mia cugina, tre anni fa, ha avuto a che fare con un capo reparto che voleva portarsela a letto...mentre la accompagnava a casa le ha messo una mano sulla coscia e...ma lei gli ha fermato la mano...voleva denunciarlo ma nessuno le avrebbe creduto...eccetera. Potrei continuare tra il vero, l'esagerazione nel ricordare dovuta più al tempo che è trascorso che allo stereotipo che ci impongono i massmedia , ma credo di non essere troppo lontano dalla realtà. Vale spesso la regola che se uno vuole denunciare un fatto è bene che lo faccia quando ne viene a conoscenza, e se è protagonista o meglio vittima, dovrebbe farlo appena è in condizioni psicofisiche di farlo: il farlo dopo o denunciare o ricordare un fatto per sentito dire, non ha granché valore. E' come raccontare un fatto accaduto ad altri, come una storia, seppure brutta e drammatica. Ciò non vuol dire che chi oggi ricorda di aver vissuto una brutta esperienza , stia mentendo o per forza esagerando nel raccontare. Come mi ha detto una persona, quando gli ho raccontato quanto mi è successo, ormai sono passati più di quarantanni , quel tizio sarà pure nonno, si spera non pedofilo, o potrebbe pure essere morto: lascialo che si aggiusti con Dio, che forse sarà misericordioso, non certo cacciatore di peccatori.

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