lunedì 20 febbraio 2017

Non è che non se ne parla, semmai ...

Certo c'è il congresso, il convegno, la presentazione e ,anche, il talk show e, sempre nei media , nelle interviste e dichiarazioni che ci vengono proposte, ecco che compare la domanda , immancabile, in cui si sente o si legge "che cosa si fa per il lavoro...le povertà...la scuola...", e ,come al solito , arriva anche la risposta.
Il punto è che è dal tempo dei bambini del Biafra, che sento e leggo le solite domande e arrivano le solite risposte: cambia ,ma poco, il lessico, ma siamo sempre lì, ossia nel nulla.
Quindi ,non è che non se ne parla, è che non si fa niente ,di concreto e tangibile, che non sia un permesso sindacale o una seduta straordinaria, ma che, come vediamo, non portano nessun miglioramento.
Si parla, appunto, di finanziamenti? Per le imprese e le famiglie?Ci dicano che domani mattina, tu o lui o chi per noi, va in banca e gli danno soldi, gli concedono un fido: ma non ce lo dicono perché non sono in grado di realizzare provvedimenti simili.
Per farla breve, non sanno, non conoscono le leggi, e non sono in grado di modificarle ipso facto : quando dicevo, non oggi o ieri, ma già nel 2004, che occorrevano persone che conoscessero a menadito le leggi, e che quindi sapessero se come dove e in che tempi queste potessero essere modificate e in quali tempi queste trasformazioni avessero poi effetti pratici e tangibili, nessuno mi dava retta.
E oggi cosa vediamo? Vediamo persone che promettono i cambiamenti, quelli del "noi faremo", ignorando che quando saranno arrivati alle leve del comando non sapranno che cosa fare, o ,peggio, faranno danni ulteriori.
Intendiamoci: le cose non vanno bene, ma possono anche andare peggio.
E ancora oggi, su immigrazione, accesso al credito, cancellazione dal crif e divieto di usare dati cartacei e non per valutare i clienti, eccetera, nessuno ne parla e nessuno vuole fare.
E poi chiedono o chiederanno i voti? Senza dare certezze su ciò che vogliono o possono fare? Chiedano i voti ad altri.

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