venerdì 22 aprile 2016

Lo sbarco dei mille in Sardegna ... e altre piccole notiziole

Mauro Pili , che ci ha spesso fornito notizie sulla nostra isola quando chi dovrebbe tenerci informato , vedi la Regione, non lo fa, ci ha avvisato che, di nascosto ministero dell'Interno e della Giustizia, hanno preparato il carcere di Iglesias, nella località Sa Stoia, per accogliere oltre 200 immigrati. 
Nel frattempo, siccome non ci facciamo mancare niente, sarebbero in arrivo dalla Sicilia, oltre 700 immigrati: ed ecco che, persona più persona meno, siamo quasi a mille , ed è così motivato il titolo del post, lo sbarco dei mille in Sardegna.
E' sufficiente farsi un giro per la città di Cagliari per vedersi richiedere denaro dai migranti, vederne diversi agli angoli dei semafori e sempre per lo stesso motivo, nonché per vederne altri ubicati laddove ci doveva essere e c'era un albergo, trasformato in centro di accoglienza e macchina per fare soldi da qualche società, cooperativa, onlus o maneggiona che sia.
Nel carcere di Massama, vicino a Oristano, sarebbero ospitati circa 40 boss mafiosi: così, giusto per non farci mancare niente.

Mentre coloro che anni fa, nel 2003 se non sbaglio, mi rifiutarono il prestito, che era garantito dalla pensione di mio padre con una rimessa mensile di circa 200 euro, oggi si vantano, in tv, di essere vicini alle famiglie vittime dell'usura e delle difficoltà economiche, o della ludopatia: e meno male. Peccato che ,a quanto si sa, detti soldi vengono dati a persone che sono dipendenti pubblici, e che comunque , secondo dei parametri e dei giudizi che lasciano a desiderare. Ricordo bene, e quando lo riportai nel mio primo blog su leo.it le notizie e i ricordi erano più freschi, che chi decise di non darmi il denaro (che su invito e pressioni del loro stesso consulente/ascoltatore era aumentato: a me bastavano, allora, sui 10 mila euro, e costui mi disse di chiederne 15mila) era un direttore di banca di un'agenzia locale, mentre gli altri del comitato erano persone non certo uscite da difficoltà simili alla mia. In sostanza non è che avessero vissuto brutte esperienze, al massimo conoscevano i trascorsi miei e di altri, ma non certo per esperienza diretta. In ogni caso ieri come oggi i soldi, gli aiuti, vanno sempre e solo dove vogliono persone come quelle che ,ahimè, ho dovuto incontrare e per mia sfortuna. Semmai dovessi vincere denaro al superenalotto o al gratta e vinci, di certo non applicherei il loro metro di giudizio: anzitutto non darei denaro agli extracomunitari, a meno che non decidano di integrarsi e dare ,per davvero, una mano d'aiuto alla ripresa economica della regione che li ospita.
Quindi niente money transfer o pay pal da mandare all'estero: i soldi restano qui, e qui vanno investiti.
Questo ovviamente è un mio desiderio: la venuta degli extracomunitari ha permesso a chi specula , agli affaristi di professione, di dare stipendi bassi perché appunto si può attingere, almeno per un certo tipo di manodopera, a stranieri che, per un insieme di ragioni, possono e sono ricattati e ricattabili.
Che questo non sia per niente giusto è logico, ma a monte c'è la questione del costo del lavoro, inteso nel suo insieme: dallo stipendio alle materie prime, dal costo dei trasporti e dell'energia a quello del denaro e degli immobili. 
In ogni caso di questi ultimi temi ne riparlerò, mentre sempre per i nostri amici stranieri c'è da dire che qui, appunto, consumano poco o nulla, non sono per niente contributivi, non comprano e non spendono soldi nei negozi tradizionali, semmai acquistano dai cinesi e nei grandi ipermercati e nei discount: anche chi lavora come badante, sopratutto le donne, sono distaccate e non certo pensano di accasarsi con persone del posto, (forse con qualche vecchietto sì e i motivi li tralascio); anzi stanno isolate e non certo fanno lana neanche con donne locali, per quanto ne so e vedo.
Quindi se uno vuole venire qui solo per lavoro, ebbene , a meno che non sia chiamato da qualche impresa , dovrebbe venire e restare solo se c'è lavoro anche per lui: in caso contrario prima sempre e comunque le persone del posto.
Dulcis in fundo , il 29 giugno prossimo venturo, aprirà un punto Ikea a Cagliari: finalmente chi lo bramava avrà soddisfazione. Un servizio nei tg regionali ha sbandierato circa 80 posti di lavoro, di cui 30 dovrebbero essere di Ikea e il resto generati dall'indotto, trasporto e logistica (se non ho capito male). Non dicono, perché non si sa ancora, quanti invece saranno i posti che andranno persi: anche se purtroppo, nel mobile e arredamento in genere, le schifezze sono le cose che pare piacciano di più. E' sufficiente,come paragone, i vari "mangia quanto vuoi" o l'abbigliamento e le batterie cinesi: se proprio non te lo puoi permettere, si può anche capire ma, e dico ma se riesci a mettere da parte qualche euro in più, ecco "mangia in maniera decente" e compra vestiti "buoni" e batterie che durino il giusto. Per concludere, nel servizio in tv, una sviolinata di una venditrice di mobili che non teme Ikea:e non ne avrebbe ragione se ,appunto, Ikea non vende mobili classici; in difetto vale quanto detto per la roba cinese e il "mangia quanto vuoi a 20 euro". Se proprio ti piace.

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