lunedì 16 novembre 2015

Un buon pretesto per procrastinare ogni intervento: e spegnere le idee

Ti dispiace per i fatti di venerdì notte a Parigi? E così che , sabato mattina, un amico mi intervista al telefono. Logicamente mi dispiace, ma ancor più è la mia anima che è triste, e si rattristerà ancor di più quando vedrò le foto delle persone che sono ricercate perché disperse e introvabili. Ma il cinismo, dovuto a tutti gli anni e anni in cui, per mille ragioni , i problemi pratici, quelli che ti avrebbero permesso, se risolti o avviati a risoluzione, di vivere,di certo meglio la tua vita, ecco che quei problemi ,oggi come oggi, devono essere affrontati e visti, in data da destinarsi. Quindi, la questione lavoro, i protestati e i falliti, le riconversioni industriali, i vari passaggi di consegne, le firme da apporre qui e lì, tutte queste e tante altre cose, sono tutte da rivedere e ridiscutere, ma più avanti: ma non si sa quando e, passando del tempo, neanche come. E' sempre stato così. Ricordo ancora che eravamo negli anni 80, quando telefonai a "mi manda Lubrano" e cercai di spiegare, lasciando un messaggio mi pare in segreteria, la questione degli appalti nel mondo dell'arredamento per ufficio. Un po' come quando mi sono permesso di suggerire interventi pratici e veloci, postando qualcosa sul blog che avevo su leonardo: risultati zero. Pazienza direte voi? No! Ognuno per se e Dio per tutti.Del resto vedere che ciò che ti spetta, che per te è importante e che ritieni vitale, viene rimandato sine die, fiacca la tua voglia di vivere, di affrontare i problemi, spegne le idee: oppure ti fa incazzare come una biscia e potrebbe farti compiere azioni inconsuete. Di cui poi magari potresti pentirti. Ed è a questo punto che ti domandi: ma chi dovrebbe firmare e mandare avanti i decreti attuativi, la banca che dovrebbe mettere a disposizione i fondi, la graduatoria che dovrebbe essere stilata e pubblicata, la sentenza che dovrebbe darti ragione, quando avverranno tutte queste cose?

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