lunedì 14 settembre 2015

Quando le cose non si vogliono fare

Risolvere o anche valutare crisi economiche e sociali, può portare a rivedere quasi completamente il modo in cui attività economiche e sociali si sono svolte fino ad oggi: rivederle, cioè, in toto e non ad esempio intervenendo solo su ciò che, al momento , è più visibile. Se prendiamo come esempio il fenomeno della prostituzione, ciò che la maggior parte della gente vorrebbe è che le lucciole sparissero dalle strade, e che quindi queste esercitassero non più in strada ma in appartamento. A questo punto i nodi vengono al pettine, dato che nessuno gradisce che esercitino nel proprio palazzo (forse solo chi dà casa in affitto): c'è poi la questione fiscale, quella sanitaria. Ergo è tutto da rivedere anche se, pensandoci bene, si potrebbe cominciare dal togliere le prostitute dalle strade ben sapendo che non si risolve il problema ma si fa un passo verso una delle possibili soluzioni. Questa introduzione vuole dimostrare che i provvedimenti tampone possono sì servire ma, in tempi certi occorre portare a termine il cambiamento. Perché non viene fatto questo piccolo intervento nel caso delle prostitute? Perché non vengono fermati i migranti? Perché non si fa niente per il commercio e le pmi? Perché non si
attua nessuna riforma fiscale? Si può proseguire nell'elencare tutta una serie di riforme, dalla sanità alla giustizia, dai trasporti alla scuola, ma la ragione per cui non si fa nulla è che a qualcuno sta bene così. Ai grossi centri commerciali cambiare le regole farebbe male, sarebbe un danno, anche perché si tratterebbe di introdurre, di invitare le persone a vedere le cose da un'altra angolazione, facendole ridiventare consapevoli dell'acquisto. E' un po' come la questione dell'etichettatura nelle confezioni alimentari: certo è importante il luogo di lavorazione, lo stabilimento in cui il prodotto è lavorato, ma lo è anche la provenienza della merce, degli alimenti, che vengono lavorati e trasformati. Ora da quanto ne sapevo, l'Ue aveva vietato che alcune informazioni fossero elencate nell'etichetta, e tra queste la provenienza delle materie prime. Se io fossi al governo, inviterei invece proprio le aziende a fornire il maggior numero di informazioni e ne riporterei anche nel sito aziendale. Io lavoro così! La mia azienda trasforma questo e questo, che proviene da qui e da là : punto e a capo. Poi se altri prendono ,che so, latte microfiltrato o latte metà italiano e metà estero, o tutto estero... facciano quello che vogliono e che la legge gli consente. Ma se voglio anche un po' di bene alla nazione che rappresento e che guido, devo fare una scelta che porti a vivere meglio gli italiani: e questa scelta deve essere la qualità, e la chiarezza. Questo argomento ,insieme a quelli legati alle tasse e al fisco , alla sanità e ai trasporti, alla scuola e al commercio, sono messi in ombra dalla questione dei migranti, dai matrimoni gay, dal gender , dallo ius soli, dalla riforma del senato: tutte cose da vedere, ma dopo che gli italiani avranno ripreso ad aver piacere di vivere nella terra dove sono nati e cresciuti. Invece le cose non stanno così se per prima cosa c'è la ricerca di case o alloggi per gli stranieri che vengono qui da noi per cercare di stare meglio: e per chi è nato qui non c'è nessun interesse? Non importa se qualcuno si suicida perché perseguitato dal fisco? Non importa a nessuno dei volontari che accolgono i migranti se, ad esempio, un negozio chiude, una fabbrica è costretta (o invitata) a delocalizzare? Nessun politico, addetto che so al settore del commercio e delle attività produttive, si è mai chiesto dove i cinesi che aprono negozi uno dopo l'altro, trovano i soldi? E qualche compagno della prima ora si è mai interrogato sul perché un commerciante non versa l'iva e paga prima il commesso, poi la corrente, poi il telefono , poi la merce, poi l'affitto? Forse alcune di queste domande dovrebbe farsele chi continua a incensare il papa, che secondo una giornalista di Agorà è uno che non le manda a dire: peccato che dica le cose sbagliate o che ,al momento, non sono le più importanti. C'è infatti chi parla di ridurre le tasse ma ,all'atto pratico, non interviene come fece Putin e di recente Orban , e cioè abbassando l'iva dove è necessario, favorendo i consumi interni: da noi, al contrario, si pensa che se le aziende vendono bene all'estero, le cose vanno bene. Vanno bene per i soci di quelle aziende esportatrici, ma non alimentano il consumo interno: non è detto che quegli operai, se mai ne sono rimasti visto e considerato che buona parte del lavoro è automatizzato, vadano nei negozi a fare spesa. Quindi ecco spiegato perché le cose importanti, come il calo del consumo interno, vanno viste in toto e non soltanto in ciò che è più evidente: ma, cosa più grave, è farsi distrarre da episodi di cronaca che servono esclusivamente a intenerire i cuori soltanto per certe questioni. La persona che chiede l'elemosina e intasca, a fine giornata, cento o duecento euro: e poi scopri che ha casa pagata, può andare a fare due o tre pasti, gli danno le sigarette, gli pagano un sacco di cose, lo vestono e lo calzano, e se capita gli danno pure un lavoro. A te, niente, anzi! Se poi,come sappiamo, immigrati o categorie svantaggiate, ricevono le dritte e i fondi per avviare attività commerciali e produttive, tocchi ancora di più con mano che a te,fallito disoccupato inoccupato, ti hanno e ti stanno fottendo . Un'altra cosa da non dimenticare è che c'è chi vorrebbe riuscire a non far parte della lunga fila di richiedenti aiuto: in sostanza vorrebbe che gli fosse concesso di avere terra da coltivare, denaro per poter avviare un'attività, un posto di lavoro, un reddito di cittadinanza, un tetto per dormire. Il tutto senza doverlo elemosinare e senza dover perdere la propria dignità. Al contrario, c'è gente, e ne ho le prove, che spera che tu non ce la faccia, che debba sempre e comunque ricorrere ad aiuti forniti dalle solite onlus, coop, caritas, associazioni varie, assistenti sociali e così via: sembra che godano quando vedono e sanno che sei in difficoltà. Ma siccome i tempi cambiano, ora è più redditizio il migrante, lo straniero: del resto secondo un amministratore tedesco, non so se sindaco borgomastro o cosa, uno straniero costa 12mila o 15mila euro l'anno; tuttavia secondo il ministro degli esteri della Serbia o della Macedonia, proprio correggendo quanto detto dall'amministrazione tedesca, la Germania paga le spese dei rifugiati, solo per due o tre mesi, per cui per associazioni o chi vuole trarre profitto la cuccagna dovrebbe finire dopo tot di mesi. Certo si può anche far arrivare dei sostituti che ,per altri tot di mesi forniranno una buona entrate, e così via. Voler invece sistemare le cose, quello non piace a nessuno. Per dirla con chi studia il cervello, la mente umana: volersi impossessare e mantenere il possesso degli altri sembra questo essere lo scopo di numerosi esseri umani; c'è chi lo fa in famiglia, padre padrone, e chi quando diventa amministratore o fa il politico di professione. Nessuno che abbia il piacere di dire: spero che non abbia più bisogno del mio aiuto o del fido in banca o delle agevolazioni statali.

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