lunedì 24 agosto 2015

Miti da sfatare

O da rivedere. Tra i miti da sfatare c'è quello che vorrebbe che se non ci fossero lavoratori immigrati, le aziende, la nazione, e le attività produttive in genere, si fermerebbero. Non ne sono per niente convinto. Ho visto lavoratori stranieri lavorare in aziende , ma così come ne ho visto pure italiani. Così come non è né esatto né corretto affermare che gli stranieri pagano le tasse: le pagano come le pagano i lavoratori , dipendenti, italiani. Cioè le tasse, i contributi inps, vengono versati dal datore di lavoro, così come avviene per i cittadini italiani: semmai qualora si tratti di lavoratori autonomi, allora occorre vedere se come dove quando questi, al pari dei cittadini italiani, pagano o eludono o evadono. Ed è qui che occorre fare dei distinguo: da anni, da prima delle invasioni di extracomunitari , sostenevo che un conto è chi non paga le tasse perché non può, e un'altra cosa è chi, ad esempio, come pare facciano sopratutto i cinesi, "fa morire la propria azienda dopo tot anni". Ma lo fanno anche gli italiani: sì ma gli italiani vengono inseguiti e ricercati, mentre con i cinesi pare, almeno in gran parte del paese, non si faccia niente. Così come da tempo rimarco come le tasse siano da abbassare, affinché siano sostenibili e non si debba ricorrere a trucchi o a delocalizzazioni. Due cose e poi vado avanti: se ci sono imprenditori che sostengono gli extracomunitari, può essere che questi capitani operino in regime di assenza o ridotta concorrenza, se non in posizione predominante. Ed è per questo che avere in azienda lavoratori che possono essere pagati di meno e fatti lavorare di più, sia conveniente per queste aziende: e non c'è bisogno di andare a ricercare in zone particolari: è sufficiente entrare dentro alcune cucine di ristoranti, e vedere chi lava le verdure o fa il lavapiatti, e poi sapere se ha un contratto e di che tipo, o come e quanto viene retribuito. Non ce l'ho con chi deve far quadrare i conti, semmai mi posso anche incazzare perché da tempo immemorabile indicavo nelle tasse e nel costo del lavoro, un tallone d'Achille per chi fa impresa: ai miei tempi un operaio montatore di mobili costava, preso da una società di servizi, circa 200 mila lire, tutto compreso, e per le solite 8 ore. Se poi fosse un professionista non è il caso di discuterne, se invece fosse conveniente averlo a libro paga o pagarlo in nero, invece era ed è una valutazione da fare ancora oggi. Ecco che chi non risolve le questioni su costo di lavoro e tasse, non aiuta la ripresa del paese. L'altra cosa da dire è sempre sugli stranieri: una badante che compra all'Oviesse o all'Auchan, non aiuta granché il paese che la ospita e le dà lavoro, alla stessa stregua di un senegalese che compra in un Ld o al Conad, o ancora chi tra questi non acquista un paio di scarpe o un capo d'abbigliamento in un negozio tradizionale che non siano Decathlon o Footlocker , o che mai e poi mai consuma una colazione in un bar (che non sia quello dentro una città mercato). Potrei continuare ma penso sia chiaro il succo del discorso: cioè queste persone qui non lasciano che pochi centesimi e come i cinesi, mandano il più possibile soldi all'estero. Si può approfondire finché si vuole, magari facendo riferimento ai falsi ricongiungimenti familiari o alle strade invase da negozi cinesi (potrei ricordare l'ammonimento di un noto poliziotto cagliaritano, ma vorrei ritrovare l'articolo sul giornale e riproporlo così come è stato detto), ma ci porterebbe a scavare un voragine col rischio di essere ingoiati. Quindi sfaterei sia il mito che senza gli stranieri non si va avanti e non si sta in piedi, sia il fatto che ti danno qualcosa, dato che non consumano niente di nostro: poi sul fatto che non si vogliano integrare, penso sia palese e manifesto, dato che stanno per i fatti loro e siamo noi che dobbiamo andare incontro alle loro esigenze e richieste e soddisfarle. Quindi luoghi di culto e di incontro ove poter praticare sport , sono alcune delle cose che vengono richieste dai loro rappresentanti. Una cosa che alcuni cominciano a notare e come ci siano una miriade di volontari disposti ad aiutare questi stranieri e come non ci siano volontari per aiutare chi è fallito, chi non riesce ad andare avanti con il proprio lavoro autonomo: non solo, ma per i primi ci sono i megafoni dei media, tg e servizi in prima seconda e terza pagina nei quotidiani, omelie nelle chiese e dichiarazioni di attestazione di stima nei vari meeting, per gli altri nisba. Non so ma qualcosa non quadra, e mi infastidisce chi forte del proprio lavoro ben protetto e tutelato o del posto fisso intoccabile e ben retribuito, auspica l'accoglienza mentre non si fa nulla perché chi è finito fuori gioco non è aiutato a reinserirsi. Del resto c'è chi ha visto un bel business pulito con l'arrivo degli immigrati: non si deve commettere nessun crimine creando onlus, ong, società o coop varie , per inserirsi per bene. Una mia amica mi faceva notare che se l'Ungheria o altri paesi chiuderanno e renderanno difficile il passaggio di immigrati attraverso i loro confini, questi prenderanno ,forse, la via dell'Adriatico e arriveranno, come fecero anni gli albanesi, proprio da lì.

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