venerdì 28 febbraio 2014

Partendo da Ikea e vari megacentri per ragionare

Leggendo il titolo , forse non si capisce granchè, ma la notizia che Ikea vorrebbe anche essere presente in Sardegna e raddoppiare la sua presenza in Sicilia e altrove, dovrebbe secondo me allarmare le persone e di conseguenza essere oggetto di discussione , almeno a livello locale.
Parto dalla considerazione che Ikea è un produttore sui generis: come la maggior parte dei produttori di mobili, non prende il ferro e lo piega e realizza le reti metalliche di un letto, nè dopo aver fatto disboscare una foresta, opportunamente ripiantata, fa essiccare il legno e poi ne fa mobili o doghe per le reti di cui sopra.
Nè credo realizzi altro a livello di imbottiti o illuminazione e via dicendo: è al pari di altre grosse strutture un megastore con annessi e connessi.

In primis et ante omnia ammetto che non sono mai entrato in un negozio Ikea e ,se Dio vuole, mai lo farò, ma le mie informazioni sui suoi fornitori, su come sono pagati e trattati i lavoratori dipendenti dei "fornitori", non sono buone: in rete si possono trovare numerosi articoli sia su Ikea che su altri "dipendenti dei vari supermercati e ipermercati" tipo Ld o Lidl o Coop.
Uno si chiederà perché me la prendo tanto. 
Ora mi spiego meglio: testimonianze sulla scarsa qualità del prodotto l'ho avuta anche anni fa da una blogger che vive vicino a Roma, mentre vedendo i prezzi debbo dire che si trovano simili o forse anche più bassi.
Sul fronte dei servizi c'è da dire che la tendenza al fai da te, intendo sia nella scelta che nel montaggio, quest'ultima almeno a sentire ciò che avviene in Gran Bretagna è inversa.
Se poi si leggono i commenti su l'unionesarda.it su questa possibile o certa apertura di Ikea in Sardegna, ecco che c'è chi plaude perché i mobilieri locali praticano prezzi alti, sono poco professionali , e perchè la presenza del nuovo mobilificio creerebbe posti di lavoro.
Andando per ordine dico che se vuoi acquistare articoli di Poltrona Frau, anche se adesso è o verrà acquistata dai cinesi, i prezzi sono sostenuti da un prodotto con "prestazioni" e qualità nettamente superiori a quanto presente nei negozi Ikea: aggiungo che i raffronti si fanno tra grandezze omogenee ,ragion per cui se uno acquista una libreria Lema è ben diversa da una serie di cubi sovrapposti che trova da Semeraro o dalle librerie di Ikea (viste in un negozio di libri a Cagliari e non sono niente di speciali: anzi la regolazione dei ripiani non è adatta, a mio parere a contenere libri...ma, appunto, questo è il mio blog e contiene in genere le mie opinioni).
Da aggiungere che se uno vuole articoli , anche esteticamente presentabili e costo basso, di solito acquistati per le seconde case o quelle da affittare arredate, quelle per intenderci che contengono letti e materassi Eminflex e cucine a blocco di costo economico, se ne trovano da buttare, te le tirano in testa: diverso appunto è il discorso accoglienza, esposizione dei mobili, servizio progettazione e montaggio.
Su questi ultimi due posso dire che i clienti di solito non sono entusiasti nel voler pagare questa prestazione: il punto è che,come ai tempi in cui Fiat e forse altre case automobilistiche facevano dei controlli gratuiti e indicavano i lavori da fare e lo facevano gratis, dopo qualche tempo verificando i check up con i lavori prestati dalle filiali (allora c'erano sia a Cagliari che a Sassari ad esempio), ci si era resi conto che si fornivano dei preventivi con tanto di indicazione sui lavori da fare e che poi, le persone i lavori li facevano fare altrove dove magari spendevano meno.
Da precisare che non è detto che il lavoro eseguito altrove fosse uguale a quello effettuabile in sede Fiat, perché è come in ristorante laddove gli spaghetti "aglio e olio e peperoncino" possono avere ingredienti uguali ma il sapore è diverso.
Ecco che se io mi faccio fare preventivo , disegno, misurazione in loco eccetera , e giro con i disegni e tutto il resto appresso, e faccio il giro delle sette chiese per trovare il prezzo migliore, mi pare il minimo che almeno il disegno debba avere un costo: diversamente posso sempre prendere io le misure e crearmi la composizione come preferisco.
Sul montaggio so che in Sardegna non tutti i mobilieri hanno degli operai propri, il costo del lavoro è quello che tutti sappiamo, ragion per cui questo servizio ha un costo, c'è un vero e proprio tariffario: il punto è che non tutti i professionisti sono di alto livello e che un conto è consegnare un divano, un altro è montare una cucina con tanto di allacci e che richiede, oltre tutto, un'abilitazione particolare per essere eseguita.
Certo che poi uno può fare da solo, ma il fatto da evidenziare è che ,come per i meccanici o i carrozzieri e per i lavori manuali, le cose da fare sono le stesse ma i risultati spesso no: ovvio che non è una prerogativa dei rivenditori di mobili sardi fornire e voler fornire servizi scadenti.
Vai però a farglielo capire a quei commentatori che, appunto, non solo non capiscono ma proprio non sanno come si ragiona: non sono in grado, non so perché, di ragionare e di seguire un ragionamento.
Mancano di logica: oltretutto sono persone che ,forse per cultura, preferiscono passeggiare dentro un centro commerciale pieno di negozi in franchising e di vari mc e similari, piuttosto che fare altrettanto in una città, in un paese, dove a mio parere (e ricordo ancora che questo è il mio blog eccetera eccetera) si può socializzare e ,cosa di non poco conto, favorire lo sviluppo economico locale e nazionale.
Certo che finchè si continuerà a favorire i negozianti cinesi e i grossi ipermercati, che siano Auchan o Carrefur o Coop o Lidl o i vari discount, sarà difficile che a livello commerciale  e sociale cambino in meglio.
Concludo dicendo che questi commentatori ,quelli che vogliono fargliela pagare ai mobilieri locali (precisazione: mobiliere è ,a mio parere, chi produce i mobili e non chi li vende, così come un mobilificio non dovrebbe vendere al minuto ma,se proprio vuole dovrebbe avere un negozio, a parte, dove espone e vende) sono gli stessi che vogliono l'abolizione dell'uso dei contanti, sono contenti se le città si riempiono di telecamere di videosorveglianza, vorrebbero gli autovelox e le pattuglie in ogni angolo della strada, e che i vigili urbani siano dotati di scanner così da sapere se l'auto parcheggiata è coperta da assicurazione e di chi è.
 
 

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