martedì 25 febbraio 2014

Forse è il caso di riparlarne

Durante le elezioni regionali sarde speravo che qualche partito promuovesse qualche battaglia e quindi qualche rimedio per non far fallire le aziende, per chi è già fallito, per chi (famiglie e aziende) non ha accesso al credito.
Ecco che ,anche adesso, il premier TiRenziRex, non mi pare che abbia menzionato i protestati ma al massimo mi pare che abbia, forse, parlato di credito alle imprese: e mi dispiace che ogni volta si parla di tagli, mentre non si vuole riparlare degli appalti pubblici o quando se ne parla lo si fa per accentrare tutto alla Consip impedendo, anzi volendo impedire, alle realtà locali di decidere che cosa e come appaltare.
Andando più a fondo mi fa rabbia sapere che se vuoi avere credito per fare imprese, soldi non te ne danno: questo è un dato di fatto che questi impuniti di politici e di aspiranti tali, se ne fregano di questi temi.
Per loro, a livello nazionale , ci sono i marò, la shoah, la tav, mentre noi a livello Sardegna avevamo come tema dominante la "zona franca": incredibile che ciò che conta sia assente.
Pensiamo soltanto che questi inetti parlano di posti di lavoro: ma non pensano che una
persona potrebbe voler aprire un'attività per conto proprio e che, grazie anche ai politici, non lo può fare.
Certo se ha soldi propri e dei commercialisti con i controcoglioni sì: diversamente non ne ha la possibilità, o forse potendo accedere a qualche bando pubblico per finanziare nuove imprese (legate comunque ad alcuni settori merceologici) , quando questa vedrà luce si troverà con le proprie idee ,oggi nuove, obsolete o con una nutrita concorrenza.
Ti tolgono, cioè, lo sprint che può avere la novità, l'arrivare prima degli altri.
Penso quindi alla mia vecchia ttività, alla richiesta di poter accedere alle aree pip, alla domanda presentata in più comuni, e all'idea che avevo allora nel 1995: ritiro e riciclo di arredi ed eventuale loro smaltimento.
Questi arredi potevano essere ,ad esempio, i vecchi banchi scolastici come pure mobili di uffici pubblici o privati, così come avevo previsti di poter "salvare il salvabile" e poterlo rivendere all'estero, o regalarlo ad associazioni o venderlo a poco prezzo o noleggiarlo e comunque restituire un po' di vità e utilità: da non sottovalutare che ho sempre effettuato, per privati ed enti pubblici, la manutenzione degli arredi e quindi "avere dei pezzi di ricambio" di mobili "vecchi" fa sempre comodo, sopratutto se una persona è capace di riadattarli.
Potrei continuare ma mi fermo qui e ritorno a pensare a chi se ne strafrega dei falliti che non possono ricominciare, dei protestati che non hanno diritto al credito, e di entrambi che non trovano ascolto.
Potrei anche dire che il credito lo concedono agli extracomunitari, ma sarebbe fiato sprecato, dato che la cultura dell'accoglienza ha trasformato i cittadini italiani da figli della patria a figliastri non riconosciuti.
Ecco che alle regionali ho votato una mia amica che ,seppure non eletta, aveva preso a cuore questi temi, come pure le cartelle di Equitalia e i debiti verso lo stato visti dalla parte di chi non può pagare o di chi pur potendo deve scegliere se farsi slacciare la corrente, pagare i dipendenti o comprare il pane.

Nessun commento:

Posta un commento