venerdì 6 dicembre 2013

Per qualche euro in più !

Che ci siano persone attaccate al denaro, non è una cosa di oggi , ma che con la scusa di offrire un servizio migliore e un prezzo più vantaggioso per i clienti si operi in modo da eliminare alcuni elementi della "filiera", beh mi lascia un po' perplesso.
Mi riferisco, per andare al sodo, a chi opera vendite on line by passando il negoziante che, a sua volta, by passa l'agente di commercio: succede infatti che alcuni mobilieri italiani, con ragioni tutte discutibili, abbiano deciso di fare a meno di alcune figure storiche e spesso bistrattate, come il rappresentante o l'arredatore degli showroom ad esempio, abbattendo o riducendo dei costi. 
Essendosi riuniti in un consorzio hanno logicamente fatto leva sul numero di articoli che possono "ordinare" nell'arco di un mese o di un trimestre.

Dov'è che e perché la cosa non mi piace? Perché elimina, di fatto, le figure lavorative di rappresentanti e di vetrinisti e arredatori, ad esempio.
Allora,e mi riferisco anche al mio post sui rivenditori di mobili siciliani, fanno bene quei colleghi che attraverso architetti e studi di progettazione, agenzie immobiliari o segnalatori, vendono direttamente "saltando" il negoziante.
Ecco che una persona che vede le cose da fuori e prende per buono il mio pensiero e le azioni di questi negozianti (sia i siciliani che quelli di questo consorzio) penserà: ma chi ha cominciato per primo?
La risposta posso fornirgliela anch'io: sono state le aziende stesse a creare queste situazioni e ad alimentarle.
Non essendo di primo pelo posso ricordare come, a fine anni 70 e inizio 80 nascevano i primi operatori contract e come venissero, nello stesso periodo, osannati e ricercati gli architetti e gli studi di progettazione.
Erano quelli gli anni della nascita o meglio ancora dell'uso dei numeri verdi e dei fax, che servivano almeno ufficialmente, per offrire un servizio più vicino ai potenziali clienti così da indirizzarli verso il più vicino punto vendita ma anche per comunicare il prezzo di vendita.
Ma tra vedere e non vedere le aziende stesse si rendevano conto che ,di fatto, c'erano diversi mercati e che non sempre il negoziante era vicino ai clienti: ed è per questo che alcune aziende preparavano i primi listini dedicati ai progettisti e agli arredatori d'interni, e invitavano i propri rappresentanti e agenti (e più tardi e anche di recente i propri funzionari di vendita) a visitare queste nuove figure professionali e incrementare così le vendite.
Ufficialmente e per mera propaganda aziendale, una vendita fatta arredando per esempio le filiali di una banca avrebbe portato o potuto e dovuto portare pubblicità favorevole per il "marchio": foto e redazionali, erano cose normali che si pensava potessero spingere le vendite e consolidare,se il caso, la presenza e il "nome".
Il punto è che le vendite andavano a incrementare il fatturato, se fatte bene, ma è anche risaputo che c'era chi ,per vendere, allora come oggi, era disposto a fare un patto col diavolo o per meglio dire a calarsi le braghe: un altro fattore da considerare erano i pagamenti che troppo spesso erano ricevuti in ritardo.
Ecco che quindi vedendo il quadro che si andava,allora, delineando, alcuni agenti sono stati invitati, ed è successo anche a me, a dotarsi di segretaria fax e a fine anni 80 di telefono portatile (allora si chiamava così) e di pc, e ad andare in giro promuovendo direttamente il marchio della casa madre: in questo caso a me è capitato per aziende del settore ufficio.
Ma c'era e c'è tutto il settore delle forniture elettriche, arredo negozi, alberghi e ristorazione, balneare e oggi out door, nonchè il tradizionale "chiavi in mano": ogni settore ha poi dei settori ulteriormente specifici, così dal settore arredamento uffici si arriva al settore ospedaliero e viceversa, così dalle pompe di calore arrivi alle poltrone per i cinema o ai tendaggi.
Ora posso capire chi si è sentito defraudato da un agente che viene in negozio per promuovere un'azienda e poi, quando esce va a trovare l'architetto o l'economo di un ente: ma , torno a ripetermi, la colpa è delle aziende che, anche in tempi recenti, cioè odierni, hanno un sito per la vendita on line, sono presenti magari tra i fornitori di Consip, effettuano un marketing attraverso funzionari di vendita, saltando agenti (se ancora li hanno) e i negozianti.
E siccome pecunia non olet, le ditte costruttrici tengono i piedi in più staffe, e vendono direttamente dal proprio sito o attraverso il loro negozio monomarca, oppure attraverso studi progettazione , poi con il negozio tradizionale e ,se capita attraverso i propri funzionari: se così non fosse non ci sarebbe il famoso carrello, nè si sognerebbero di vendere attraverso arredatori o architetti o agenti di commercio.
E' altrettanto vero,e parlo ora da agente di commercio, che io stesso indirizzo un potenziale cliente nel negozio di zona o a lui più vicino, per vedere gli articoli che rappresento : ma quando costui entra e chiede di vedere i "miei mobili", il negoziante gliene fa vedere altri, o lo indirizza magistralmente su altri prodotti.
Ergo io me la prendo in quel posto: fa rabbia, me lo ricordo ancora, essersi sacrificati per portare un "campione di sedia con la tavoletta scrittoio" e sapere che il negoziante, il mobiliere, ha fatto in modo che la "moneta cattiva scacciasse la buona", col risultato che un migliaio di sedie le hanno vendute altri.
Così come dispiaceva e dispiace vedere le famose vendite dirette o direzionali, i famosi contratti per arredare banche, finanziarie, negozi di telefonia eccetera. e tu, mobiliere vedi che la tua azienda, quella di cui hai la campionatura e magari i pezzi più importanti, ti effettua le vendite sotto il naso, mentre tu agente vedi che per "quel tipo di vendite" non ti vengono riconosciute le provvigioni.
Ora ci sono appunto persone, in questo caso rivenditori di mobili, che per disporre di un maggiore guadagno, hanno deciso di consorziarsi e di trattare direttamente con le case produttrici: queste hanno deciso di accettare, anche per non vedersi assotigliare le già precarie vendite.
Per fare ciò hanno dato, di fatto, il benservito ai loro agenti: qualcuno dirà che non è vero, che non è così.
Allora dico io, perchè non riconoscere le provvigioni anche sulle vendite effettuate a questo genere di clienti?
Perchè quel 5 o 7 per cento serve sia all'azienda che al negoziante.
Per fortuna che ,con la dovuta e necessaria calma, si andrà a caccia di altre aziende, verrà creata una nuova e diversa rete di vendita, e perché no, ci si parerà il didietro da elementi negativi e traditori.


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