martedì 7 maggio 2013

Kein Pfusch – Il finto dibattito sulla moneta elettronica

Scritto da Uriel Fanelli – 21 aprile 2013
Da quando con la crisi di Cipro si e’ tornato a parlare di Bitcoin (che non e’ una moneta: non avendo corso legale e’ solo una merce su un listino pubblico), e quindi di moneta elettronica, ho letto le piu’ pazzesche cazzate in giro, e volevo quindi far notare alcune lievi incongruenze. 
Innanzitutto il dibattito e’ inutile perche’ solo una piccolissima parte della moneta esistente, rappresentata classicamente dall’indice M0, e’ stata stampata, e ci sono circa 57 miliardi di euro stampati contro piu’ di 500 che sono puramente elettronici e si rappresentano  con l’ indice M1, e qualcosa come 7000 miliardi o piu’ che formano l’indice M3. Di questi, solo i primi 57 sono stampati in moneta e/o banconote. 
(…) A fare di una moneta una moneta elettronica non e’ la mancanza di un supporto materiale, ma la sua tracciabilita’ informatica. E oggi, la tracciabilita’ del denaro “liquido” e’ assolutamente alla portata delle nuove tecniche “big data”-
(…) Trasformare in un bancomat il cellulare e’ la via scelta dagli operatori per aggirare le leggi, ma dovete aspettarvi che COMUNQUE entro una decina di anni , il contante sia una rarita’.
(…) Allora, e’ meglio capirci quando parliamo di denaro “elettronico”. Voi pensate che il denaro
NON sia elettronico quando lo tenete in mano, in tasca, quando lo mettete fisicamente in un cassetto. Giusto? No. Stranamente, pero’, potete fare la stessa cosa con la vostra carta di credito. Anche la carta di credito la mettete in tasca, anche la carta di credito la potete nascondere nel cassetto, anche quella potete darla a vostra moglie per ritirare dal bancomat e prendere contanti, per dire.
Come mai pensate che la carta di credito sia elettronica e il contante no? Lo pensate dal momento che la carta di credito interagisce con tutto un sistema informativo, mentre vi illudete che i soldi cartacei non lo facciano.
Niente di piu’ sbagliato.
(…) I soldi vengono fotografati di continuo. Quando ritirate da un bancomat, o li prendete dalla cassa alla stessa banca, passano per una macchina che ne registra il numero di serie. Ufficialmente la macchina conta le banconote, ma in realta’ sta anche fotografando i numeri di serie.
Esiste un tempo T0 ove la banca sa che voi siete in possesso di quella banconota. A quel punto, voi la spendete. Normalmente a poche centinaia di metri da dove avete ritirato, in fondo ritirate “mentre siete di strada”, a volte a qualche KM, ma in generale non fate mai acquisti a grande distanza dal posto ove vivete. E poi, girare con tanti soldi in tasca e’ un rischio e non vi piace.
Quando avete speso i soldi, il negoziante difficilmente tiene grandi somme in negozio, per paura di rapine. E li va a depositare in banca. La banca li fa passare per una bella macchina che li conta, e ne registra il numero di serie. 
Cosi’, se avete ritirato tre banconote, una l’avete data al negozio A, la seconda al negozio B e la terza al negozio C, anche ammettendo che uno dei tre non abbia mai depositato i soldi in banca, il sistema bancario SA perfettamente che i soldi sono usciti da quel bancomat per finire in quel negozio.
Siete ancora sicuri che la vostra moneta contante NON sia elettronica?
Questa e’ la ragione per cui rido in faccia a chi mi racconta del 40% di PIL di evasione fiscale in Italia. E’ ridicolo, e se anche fosse vero e’ solo perche’ nessuno controlla i movimenti del contante.

Allora voi penserete che in fondo le monete e le banconote passino tantissimo tempo lontane dalle banche. Mi spiace dirvelo, ma le cose non stanno cosi’: forse non lo sapete, ma le banconote hanno un gigantesco problema igienico, visto che vengono circolate da gente che lavora e ha le mani sporche, vengono tenute in tasca e si sporcano di sudore, etc etc. Morale della storia, esse vanno lavate. A lavarle ci pensano speciali macchine usate da alcune banche, che periodicamente ne fanno la manutenzione. Ebbene, questo processo avviene mediamente ogni 8 mesi. Significa essenzialmente che nessuna banconota sta lontana da una banca per piu’ di 8-12 mesi. 
(…) Allo stesso modo, il motivo per cui credete che una carta di credito sia diversa da un pagamento in contanti e’ che CREDETE che non siano tracciate le transazioni. Ma le transazioni sono tracciate, perche’ il numero di serie di quei biglietti e’ stato registrato dal sistema di bancomat (o dalla cassa bancaria) che vi ha dato quei soldi, e sara’ registrato quando il supermarket, o il negozio, o chiunque, porteranno quei soldi in banca. 
Che cosa manca al controllo totale , alla completa equivalenza, che tanto temete? Manca(va) una tecnologia, detta “Big Data”, che permette oggi e permettera’ sempre piu’ in futuro di acquisire e mettere insieme tutti quei dati, e analizzarli.
Mano a mano che il Big Data si diffonde come tecnologia, ogni banconota che avete in tasca e’ una seconda carta di credito, perche’ e’ possibile tracciarla, e se non posso tracciare la singola posso tracciare quella prima e quella dopo, se non posso tracciare la banconota che voi pagate in nero magari ho tracciato il resto che vi danno, ovvero la banconota che vi mettete in tasca.
http://www.rischiocalcolato.it/2013/05/fanelli-il-finto-dibattito-sulla-moneta-elettronica.html 

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