lunedì 29 aprile 2013

Prende a sassate l'insegna della banca: arrestato a Oristano 49enne disoccupato

Sorpreso nella notte dai carabinieri mentre prendeva a sassate una filiale del Banco di Sardegna.
Calci e sassi contro la serranda e l’insegna del Banco di Sardegna di Baratili San Pietro. Un gesto di protesta "per una situazione ormai insostenibile". Così ha ammesso davanti ai carabinieri di Riola il disoccupato che domenica notte è stato bloccato mentre danneggiava l’agenzia di credito. Solo l’intervento immediato dei carabinieri ha evitato che la situazione potesse degenerare. Angelo Mirai, 49 anni disoccupato di Baratili, è stato arrestato, sarà processato questa mattina per direttissima.
IL FATTO - Domenica notte i carabinieri erano impegnati in un servizio di controllo quando sono stati chiamati nel centro di Baratili. Un uomo stava lanciando sassi contro l’insegna del Banco di Sardegna. Dopo le pietre, ha iniziato a dare calci contro la serranda d’ingresso fino a quando non è stato fermato dai militari. L’uomo è stato accompagnato in caserma in attesa del processo. Ai militari ha raccontato che la sua è stata un’azione di protesta dovuta all’esasperazione per il momento difficile che sta vivendo, da mesi senza un lavoro. I danni procurati all’agenzia del Banco di Sardegna ammontano a mille euro. Valeria Pinna
                                                 unionesarda.it
Dispiace per la situazione che , se mai ce ne fosse bisogno, è di rabbia e frustrazione generalizzata. E se anche è vero che i segni, proprio di banche e finanziarie, assicurazioni e fondi , sono in positivo, ciò vale
appunto per altri e non per chi ha perso il lavoro, per chi ha uno stipendio basso e comunque insufficiente: questi individui stanno e vivono male. Ora la cosa peggiore che potrebbe succedere è che, come per i suicidi, queste notizie vengano assimilate e ...non facciano più notizia.Questo compito, cioè fare in modo che la gente poi se ne freghi, è affidato ai media che, come la Caritas e altre associazioni , troverà sempre qualcuno da aiutare e che sta peggio di noi , ci sarà sempre una raccolta fondi ma,ovviamente, per altri scopi, per altre persone, per altre popolazioni. Per noi niente di niente. Del resto è colpa nostra: o ci siamo forse dimenticati di Ciampi e i suoi che ci accusavano di essere "poco flessibili"? E non è forse vero che certi lavori non vogliamo più farli? Qui a Cagliari ci sono netturbini che prendono 1.400 euro, ma devono anche lavorare più del dovuto che, logicamente, non gli viene riconosciuto;devono operare spesso senza strumenti di protezione individuale, esposti alle intemperie. Eppure tanti vorrebbero lavorare al loro posto. Se poi ipotizzassimo un mondo più pulito, il numero degli addetti alla pulizia delle strade dovrebbe diminuire, con aumento di disoccupati. Così come se si smettesse di rapinare, uccidere, stuprare, danneggiare: le forze dell'ordine vedrebbero ridotto il numero dei propri componenti con ,anche in quel caso, aumento del numero dei disoccupati. E così via. La speranza quale potrebbe essere allora per il disoccupato lanciatore di sassi?Intanto se qualche giornalista facesse il proprio mestiere, al pari di alcuni siti internet e blog, si troverebbe in prima pagina il tema o i temi che andrebbero affrontati e risolti: ovvero lavoro e soldi. Come dice Blondet, e mi associo a lui, i matrimoni gay non devono essere prioritari al pari dell'eutanasia o di altre questioni non legate al lavoro. Fino a quando ci spaccheranno le palle con i vari Belsito, Lusi o chi per loro, fino a quando ci romperanno le scatole con i marò o i delitti di questa o quell'altra cittadina, o peggio che mai con i vari regnanti o vip da invidiare, fino ad allora le cose che secondo me contano non passeranno e ci sarà ancora chi lancerà sassi, chi sparerà a se stesso o ad altri, chi sarà costretto a emigrare , a rubare o a inventarsi qualcosa per restare (vivo) in questo mondo.

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