domenica 27 gennaio 2013

Giustizia e perdono: differenze

Sarà un post che vuoi per la giornata della memoria, vuoi per fatti di cronaca regionali (Sardegna), riporta per forza di cose, al perdono e al lasciare perdere e ,come diceva Nostro Signore "lasciate che i morti seppelliscano i loro morti " (nel vangelo di Luca salvo errore). Vado a mente sennò perdo il filo. Su quanto dice la Merkel nel suo sito e su chi vuole gravare di colpe persone che devono ancora nascere, non sono per niente d'accordo. Già io che sono nato nel 1960 mi ritengo fuori da ogni discorso riguardante il fascismo e le leggi razziali, le persecuzioni verso ebrei, omosessuali o testimoni di Geova, oltre a persecuzioni di carattere politico.Logicamente vale il discorso inverso, ossia le vendette o altro, compiute dai partigiani, sopratutto in zone come l'Emilia: qui da noi, si sa che diverse proprietà oltre a beni materiali,sono stati rubati, cioè ci sono persone che si sono impossessate di "cose altrui", durante lo sfollamento.
E poi nel dopoguerra si sono ritrovate ricche o comunque capaci di iniziare attività commerciali e imprenditoriali: cosa che senza quel denaro e quei beni sarebbe stato impossibile o molto difficile. Eppure è tutto passato sotto silenzio e nessuno, dopo quasi 70 anni chiede più giustizia nè vendetta. Ormai le cose sono andate così e si spera che non si debbano rivivere gli incubi di bombe e violenze e distruzione. Quanto proprio all'Olocausto , mi dà un senso di fastidio sentire ripetere la storia una due o dieci o cento volte: è vero, è successo, punto e basta. Nessuno ce l'ha con te che professi la religione ebraica, e nessuno ce l'ha con me che sono di religione cristiana o musulmana ma, nel momento in cui tu vuoi cambiare le abitudini e usanze della mia nazione del luogo in cui sono nato e cresciuto, allora ti devo dire di no. Nel momento in cui mi ritrovo una comunità europea che non menziona la festa del natale cristiano e ricorda invece tutte le altre festività riconducibili alle altre religioni, mi dà fastidio e genera incazzo, rabbia e senso di frustrazione. E questi sono sentimenti che ,alla lunga, possono generare non dico odio ma intolleranza sì. E mi riferisco a chi vuole abolire il presepe e i canti natalizi o vuole far tacere il suono delle campane...giusto per dire due o tre cose. Ci sono poi da ricordare tanti altri episodi nella storia dell'umanità: andare in visita in luoghi in cui, nei secoli passati, avvenivano sacrifici umani e per ragioni che ,come minimo, sono discutibili , fa gelare il sangue al pari di chi entra in una stanza delle esecuzioni o in un campo di concentramento: percepisce il senso di ingiustizia e di follia tipiche della razza umana, sopratutto di quella intollerante. Così come leggere di fatti di cronaca in cui si percepisce la violenza generata da motivi futili, ma anche la risposta di parenti e amici che mostra di voler tenere aperte le ferite, allorchè si parla di giustizia ma ,in verità , si legge che è la vendetta che si reclama e si vuole ottenere. C'è quindi la totale assenza della parola perdono che ,è vero è del cristiano e,mi si perdoni l'ignoranza non so se è presente in altre religioni: parlo di cristiano, non di cattolico o di ortodosso o di protestante o di battista o di presbiteriano o di luterano o di mormone o di testimone di Geova o di ebreo o di musulmano o di maronita o di chi volete voi. A noi è stato detto "perdonate come perdona il padro vostro che sta nei cieli" o qualcosa di simile. Quindi a me non importa ciò che è avvenuto, ma come si vive oggi: non desidero che mi vengano rotti i coglioni ma non voglio neanch'io andare , che so in Mali o Iraq a spaccarli ad altri o in Niger o altrove a rubare il petrolio. Tuttavia non posso stare zitto se negli Usa uccidono un disabile perchè condannato a morte, o fanno lo stesso in Arabia o in Cina o in Iran, solo perchè ci sono rapporti commerciali. Come cristiano devo difendere la vita e la libertà di vivere, e nella mia nazione devono valere i sentimenti cristiani e non le leggi della sharia o dell'antico testameno o della torah o del talmud. Invece oggi per tolleranza e buon cuore, smpre rivolto agli altri e cioè agli stranieri e immigrati, si tollerano comportamenti e si introducono gli "auguri di stagione" invece del buon natale. E non mi sta bene. Un conto è essere tollerante un altro è adottare usi e costumi che non sono nostri, come Halloween. Ecco che la differenza è anche nel rapportarsi con gli altri: essere gentili è un conto, essere servi un altro.

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