domenica 30 dicembre 2012

La vita rubata

Quando a una persona viene impedito di crescere, di conoscere, di affrontare nuove e diverse esperienze, ritengo che si compia un torto anche se ,a parole, si sostiene che è per il suo bene. Un genitore che ,attraverso mille sotterfugi e trucchi, fa in modo che il proprio figlio non possa trovare da solo la propria strada, non gli fa del bene ma del male. Tuttavia essendo un garantista o peggio un buonista sui generis, penso che a volte si fa a fin di bene e con l'intento di proteggere e tutelare creature che, a volte sono ben più che maggiorenni. Ma anche in questo caso non c'è assoluzione,almeno non piena. Ben diverso è il caso di chi ruba la vita altrui in altri modi e adoperando diversi espedienti: mi riferisco a chi vuole controllare e dirigere la vita altrui indirizzandola ,esclusivamente, verso alcuni traguardi, seppure bassi, anzi di solito di livello appena accettabile.
E' il caso di coloro che arrivati in alto, almeno rispetto a chi gli sta intorno, si arrogano il diritto di fornire consigli e ,allorchè investiti di qualche autorità politica, anche di imporre delle scelte: è il caso di chi vuole che i giovani si dedichino a certi studi o che tornino a occuparsi delle campagne, o che diventino infermieri o badanti. Peccato che non ci sia nessuno o che siano pochi coloro che ,al contrario, sostengano le persone nelle loro scelte e che le incoraggino. E' tutta colpa del denaro che ,di fatto, comanda il mondo? Non credo ma una buona parte di responsabilità ce l'ha la cultura del successo, il mito di essere visti e in vista. Tralascio ovviamente chi pur di apparire compie crimini o delitti, ma se un allenatore invita l'atleta a impegnarsi di più perchè così potrà "fare soldi", se lo scopo è solo quello, possiamo buttare via i quadri e le poesi, i romanzi e gli spartiti musicali, se questi non hanno valore, se vendendoli non recuperiamo denaro , tanto denaro. Se piacciono solo a noi vuol dire che non hanno granchè valore: invece penso proprio il contrario. Ci sono romanzi, poesie e musiche ,sconosciute ai più che a mio parere sono dei veri tesori, anzi quasi oasi cui trovare rifugio e comprensione. La cosa brutta che ritrovo o che scopro oggi che ho superato il mezzo secolo, è che seguire le proprie inclinazioni è la scelta giusta da compiere: certo so bene che ci sono anche altre opzioni, come quella di dedicarsi al lavoro per reperire denaro e poi ,con quello comprarsi le tele , i pennelli e i colori e dipingere, e proprio per il piacere di farlo. Ma non è la stessa cosa che seguire il proprio istinto. Anzi questo è visto ,in gioventù , come un capriccio o una deviazione, allorchè genitori ed educatori spingono perchè si compiano gli studi, si conoscano più lingue straniere, si sappia adoperare a menadito un computer, mentre assai meno viene insegnato a relazionarsi , a capire il prossimo e sopratutto a conoscere se stessi. Semmai viene spiegato che per ottenere qualcosa dalla vita, fosse pure un diritto, è necessario accettare compromessi, vendersi, rinunciare. Strano che per qualcosa che è un diritto occorra rinunciare.

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