mercoledì 19 dicembre 2012

La Finocchiaro ci infinocchia


e vuole una legge che sbatta in carcere…. chi non la pensa come lei ed il regime.

Ddl 3511: Anna Finocchiaro, le ultime parole famose?

Dal sito di Andrea Carancini http://andreacarancini.blogspot.it/

Anna Finocchiaro, le ultime parole famose?

(16 ottobre 2012): “Gli storici negazionisti – ha proseguito Anna Finocchiaro – hanno spesso invocato a propria giustificazione la libertà di ricerca e di espressione, ma negare fatti accertati non è libertà. Io credo che sia giusto introdurre nel nostro ordinamento, come è già avvenuto in altri paesi europei, il reato di negazionismo. E’ per questo che ho sottoscritto il disegno di legge Amati ed è per questo che il gruppo del Pd si impegnerà per una sua rapida approvazione, auspichiamo in sede deliberante” (http://www.senatoripd.it/dettaglio/83434/ ).
Dal sito del Senato della Repubblica (12 dicembre 2012):
Il presidente BERSELLI, nel prendere atto quindi della ampia maggioranza registratasi a favore della richiesta formulata dal senatore Perduca e del raggiungimento del prescritto numero di firme, avverte che l’esame del provvedimento proseguirà in sede referente.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato
La Finocchiaro è la Presidente del Partito Della guerra ed infatti fece votare compatti i compagni per le guerre in Jugoslavia con il bombardamento della Serbia della Libia, per le sanzioni “l’assedio” della Siria.
La Finocchiaro è la presidente del Partito Democratico obamiano americano d’Italia. Del PD americano ha copiato tutto, fino ad arrivare ad accettare o a promuovere l’immagine del nero presidente americano nei seggi del PD nelle votazioni farsa dei candidati imposti dal loro regime.
La Finocchiaro è quella che per i tanti meriti è Presidente del PD e lo rappresenta al meglio.
La Finocchiaro è quella che vuole la legge contro la libertà di pensiero; vuole l’arresto degli storici critici verso la versione ufficiale dei 6 milioni di ebrei morti nell’olocausto. Vuole l’arresto degli scettici.
La Finocchiaro è quella che ha il marito faccendiere  sotto inchiesta, ma lei non ne sapeva niente delle sue cose.
La Finocchiaro la ricordiamo come firmataria contro il taglio alle pensioni d’oro, insieme a una gran parte di compagni di merende del PD.
La Finocchiaro è quella che si fa accompagnare da tre guardie del corpo ( 2 + un autista)  a fare la spesa a spese dei cittadini.
La Finocchiaro è quella che preferisce i magazzini di una potenza economica straniera ai negozi italiani,  proprio un bell’esempio!
da Contessa: Compagni, dai campi e dalle officine/ prendete la falce, portate il martello,/ scendete giù in piazza, picchiate con quello,/ scendete giù in piazza, affossate il sistema.

Voi gente per bene che pace cercate,/ la pace per far quello che voi volete,/ ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra,/ vogliamo vedervi finir sotto terra,/ ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato, nessuno piu al mondo dev’essere sfruttato. (ne ingannato!)
“Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto/ un caro parente, dell’occupazione/ che quella gentaglia rinchiusa lì dentro/ di libero amore facea professione…/ Del resto, mia cara, di che si stupisce?/ anche l’operaio vuole il figlio dottore/ e pensi che ambiente che può venir fuori:/ non c’è più morale, contessa…”
Se il vento fischiava ora fischia più forte/ le idee di rivolta non sono mai morte;/ se c’è chi lo afferma non state a sentire,/ è uno che vuole soltanto tradire;/ se c’è chi lo afferma sputategli addosso,/ la bandiera rossa ha gettato in un fosso. NDR


Ikea, la Finocchiaro: “Chi spingeva il carrello era solo un autista”

Dopo le polemiche sul particolare uso della scorta all’Ikea, il presidente dei senatori Pd torna a fornire la sua versione: “Chi portava il carrello è un autista che conosco da 20 anni”
di – 25 maggio 2012, 14:48 da il Giornale.it
Una prima giustificazione l’aveva fornita ieri su Twitter. “Avere la scorta per me non è un piacere. Mi è stata imposta e nonostante ciò provo a fare una vita normale, anche da Ikea”, ha scritto il presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro.
Finocchiaro e scorta all’Ikea
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Le polemiche suscitate dalla foto pubblicata da Chi in cui la si vede all’Ikea accompagnata dagli uomini della scorta, con uno di loro che spinge un carrello, ha fatto il giro del web, scatenando furiose polemiche.
E così, oggi Anna Finocchiaro è tornata a chiarire l’accaduto. “Sono andata da Ikea, non è la prima volta che ci vado e non sarà l’ultima”, ha premesso la presidente dei senatori Pd rispondendo ai cronisti.
La Finocchiaro ha poi aggiunto: “Chi portava il carrello non era un rappresentante delle forze dell’ordine né un rappresentante del Senato, è un autista che conosco da 20 anni e che ha avuto la carineria di spingere il carrello. Cosa ci sia di strano non lo capisco”.
Infine, il presidente dei senatori Pd ha spiegato: “Chi ha una tutela deve sempre avvertire dei suoi movimenti. E poi non ho chiesto io la scorta, mi è stata assegnata quando ero candidata in Sicilia e da allora il ministero dell’Interno continua a ravvisare la necessità che io l’abbia“.
Ed eccola qui Anna con il marito ingombrante quanto lei, che non lavora solo là dove gli altri si divertono (fa il ginecologo), ma si occupa di appalti…
Anna Finocchiaro con il marito Melchiorre Fidelbo (Augusto Casasoli A3/Contrasto)
http://blog.panorama.it/italia/2011/10/14/il-marito-ingombrante-di-anna-finocchiaro-la-giustiziera/
Sacrosantamente impegnati ad analizzare velinismo, frondismo e montezemolismo, i giornali italiani hanno tralasciato questa notizia: la Procura di Catania ha indagato per abuso d’ufficio Melchiorre Fidelbo, marito di Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd. Ginecologo fattosi imprenditore di software medici, l’uomo sarebbe stato «istigatore o determinatore» di un contratto da quasi 1,7 milioni assegnato dall’Asp di Catania alla Solsamb: società di cui Fidelbo detiene il 19 per cento. Sarebbe servito un appalto. Invece il ginecologo avrebbe fatto da sé: «Predisponendo l’atto di convenzione», scrivono i magistrati, con Giuseppe Calaciura, pure lui indagato, ex direttore generale dell’azienda sanitaria. E uomo di fiducia del governatore siciliano Raffaele Lombardo, alleato del Pd.
Traduciamo dal giudiziariese: il consorte della più intransigente, spietata e potente donna della sinistra italiana avrebbe illecitamente brigato per ottenere una commessa pubblica. Nessuno ha ritenuto la cosa degna d’interesse giornalistico. Un auspicabile garantismo: mai però applicato a politici di diversa fazione, anche quando coinvolti in bagatelle comuni. E purtroppo l’indagine su Fidelbo una quisquilia non è. Se non altro perché si tratta di danari pubblici, e pure tanti.
Quasi 1,7 milioni di euro, che l’asp doveva pagare alla Solsamb per informatizzare il Presidio territoriale di assistenza di Giarre. Il 30 luglio 2010 Calaciura sigla la convenzione con la società. A settembre il Pd sigla il «pactum sceleris» con Lombardo, per sostenere la sua giunta. A novembre viene inaugurato l’«ospedalino». Accorrono l’assessore alla Sanità siciliano, il magistrato Massimo Russo, e l’ex ministro della Sanità nel governo Prodi, Livia Turco. Presenti, ovviamente, anche Calaciura e Fidelbo. A fianco del ginecologo e sviluppatore di software, sorride in trench violetto la solitamente implacabile moglie. Le tv locali riprendono un focolaio di contestazione: «Anna Finocchiaro, vergogna!» grida un ragazzotto alzando un cartellone. Lei si avvicina arcigna: «Vergogna di che?».
Le immagini fanno scoppiare il bubbone. Antonio Condorelli, ex direttore del periodico catanese Sudpress, pubblica il video. Finocchiaro minaccia querele. Russo manda gli ispettori della regione, che concludono: l’affare avrebbe violato il codice degli appalti. L’incarico è revocato.
Infine si muovono anche i magistrati, e non certo per accanimento: Finocchiaro è stata pm della Procura di Catania, prima di venire eletta deputata nel 1987. Da allora, 25 anni sul proscenio della politica. Mantenendo sempre cordialissimi rapporti con la magistratura, da cui mutua una certa attitudine all’inquisizione.
È una delle più implacabili fustigatrici in circolazione: una per la quale ben si acconcia l’adagio orlandiano del «sospetto anticamera della verità». Una che, negli ultimi mesi, ha invocato la rimozione di chiunque sia finito in affanni giudiziari o politici. Il premier Silvio Berlusconi, «un nano della politica», «si deve fare da parte». Il leader della Lega, Umberto Bossi, è «incompatibile con il ruolo di ministro». Il titolare dell’Economia, Giulio Tremonti, «si dovrebbe dimettere». Anche quello dell’Agricoltura, Saverio Romano, deve sloggiare «per il bene dell’Italia». A deposizione avvenuta, a Finocchiaro piace infierire. La posizione dell’ex ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, «era insostenibile». Con l’allontanamento di Aldo Brancher, che ha brevemente guidato il dicastero per il Federalismo, «si è chiusa un’indegna pagliacciata». In ossequio al soprannome che tanto la fa gongolare, «Ségolène italiana», la furia della Torquemada rossa ha sconfinato pure oltralpe. Per cui, benissimo ha fatto Dominique Strauss-Kahn ha lasciare la presidenza del Fondo monetario internazionale: «Un atto assolutamente dovuto».
Benissimo, tutti a casa. Tutti indegni. Adesso, alla senatrice Finocchiaro nessuno chiede tanto furore. Ma una spiegazione, oltre alla minaccia di querela, non guasterebbe. Suo marito è indagato per essersi aggiudicato un appalto senza alcuna gara. E lei era al suo fianco, in veste ufficiale, a celebrare quell’incarico perlomeno inopportuno. Possibile che questa volta non abbia nessuna dichiarazione da dettare alle agenzie? (antonio.rossitto@mondadori.it)

http://www.stampalibera.com/?p=46185 

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