mercoledì 5 dicembre 2012

Curiosità nel "mondo del lavoro"

Non sarà una rubrica settimanale nè una raccolta di aneddoti ma racconterò qualche esperienza lavorativa vissuta: lo scopo è quello di non ripetere errori, se commessi, o di ripetere successi, se ottenuti. Su tutti e per tutti vale la regola di stare in guardia, attenti, e non dare niente per scontato. E ora entriamo nel vivo: i tempi d'oro degli agenti di commercio, dei rappresentanti, sopratutto quelli del mio ramo, ossia dell'arredamento, sono forse finiti da un pezzo, stando almeno a ciò che gli stessi ripetono. Anche alcuni giorni fa un collega mi ha chiamato lamentandosi della mancanza di lavoro, di opportunità e chiedendomi di incontrarlo per scambiare de visu qualche parola. Ma non è sempre stato periodo di vacche magre. Ci sono stati anni in cui si lavorava bene, la gente comprava, di solito pagava ma...: alcune aziende ,mandanti, non pagavano regolarmente. Ci sono stati colleghi che erano obbligati a recarsi alle varie fiere ed esposizioni, soltanto per riscuotere le provvigioni e queste, talvolta erano solo acconti. Le scuse che venivano accampate erano le
più assurde e stravaganti, ma tanto il pagamento avveniva in quel modo. Nel lontano 1986 ho lavorato, per alcuni mesi, per un'azienda di armadi spogliatoi e accessori, nello specifico erano dei portafotocopiatori e porta fax su ruote. A me interessava,come campo, l'armadio spogliatoio, e nel corso degli anni ne venderò centinaia, ma non di quella ditta.Perchè no? Perchè mi affidarono solo il ramo dei portacopy, mentre a me interessava anche e sopratutto l'altro: è vero che anche i portacopy avranno i loro anni di gloria, così come lo hanno avuto, negli anni appena trascorsi i porta pc domestici, magari con piani in cristallo, ma gli spogliatoi, ad esempio, li vendi anche oggi, magari specifici, come quelli che ho venduto direttamente e tramite rivenditori ai vvff o alle caserme, mentre i portacopy stenti a venderli (alcuni copiatori hanno già la loro bella struttura su ruote e non hanno necessità di alcun supporto: basta entrare in una copisteria). ma il vero motivo fu che ,al momento dei saluti, della fine del rapporto, avanzavo ancora un saldo a mio favore, di 265mila lire. E che questo signore, che nel frattempo ha fatto carriera nel campo del mobile, ripulendo la produzione e cancellando di fatto gli armadi spogliatoio dal catalogo, purgandolo come se fosse un articolo deprimente, fa anche finta di non conoscermi quando,in occasione delle fiere,ormai divenute "salone del mobile", i nostri sguardi si incontrano.Tutto per 265mila misere lire. Ma perchè non hai fatto causa,mi direte: un anno prima feci causa a una ditta, per 5 milioni di vecchie lire di provvigioni. Tramite un rivenditore facemmo una grossa fornitura, almeno per quei tempi: 100 milioni netti di fornitura, con provvigioni a me riservate del 5%. Il 5 per cento è poco, di solito era il 7 o anche l'8, quasi mai il 10: e poi vale la vecchia regola, e cioè che se l'articolo tira, le provvigioni vanno giù, le diminuiscono. Ricordo ancora dei colleghi che fatturavano 3 e anche 4 miliardi di lire e che dovevano penare per avere i loro 200 o 300 milioni di provvigioni.Così come altri colleghi che ,lavorando anche loro a Milano, quasi di colpo si ritrovarono a lavorare con provvigioni al 3%. Succede che se l'azienda si ritrova ad avere ,a creare, un articolo che tira, quello che in gergo si dice che "si vende da solo", ecco che o ti diminuiscono le provvigioni anche solo su quella linea o su quel prodotto, oppure se per te va male, le provvigioni vengono tagliate di brutto. Tornando ai miei 5 milioni, come dicevo avevo avuto la brutta esperienza di dover pagare ,per intentare causa, la bellezza di 500mila lire al mio avvocato e soltanto per sentirmi proporre dalla ditta sempre 500mila lire a stralcio.Dissi di no e la causa fu trasferita al tribunale di Monza, dove ovviamente lasciai perdere e me la sono presa in quel posto:magra consolazione che anche altri hanno avuto esperienze simili, e altri hanno anche avuto esiti peggiori, sopratutto quando la tentazione di "trattenere eventuali incassi a fronte di provvigioni da incassare, e magari già maturate e non pagate nei termini" è forte. Dovete sapere che noi agenti di commercio, di solito, abbiamo chiusure trimestrali: cioè, se prendiamo questo anno solare, siamo a dicembre, e il trimestre lo chiudiamo il 31 / 12. Dopo l'azienda mandante, di solito entro il 10 del mese successivo, ci invia l'estratto conto, con indicata la cifra che dobbiamo incassare ,sempre che ci sia qualcosa da fatturare, e se è seria ci invia anche la fattura pro forma, così da evitare errori: se sbagli offri anche un buon motivo per non farti pagare e non è conveniente, dato che ti pagano,con bonifico o assegno (una volta era così) l'ultimo giorno del mese. Nel nostro caso, il 31 gennaio: fatevi due calcoli e scoprirete che i nostri mesi di paga sono aprile, luglio, ottobre, gennaio. E ,anche se non è regolare, pagano sull'incassato, e a chiusura fattura: perchè anche lì c'è la fregatura, nel senso che se un cliente ha un pagamento a 30/120gg rischi di vedere i soldi dopo sette mesi. E questo nei tempi d'oro: figuriamoci oggi. Infatti ci sono dei colleghi che oggi operano come già facevo io proprio subito dopo queste due esperienze:sono agenti ma operano anche direttamente. Del resto le stesse aziende mandanti hanno ,nelle principali città, dei punti vendita diretti, pur avendo dei rivenditori locali.La cosa sarà anche poco ortodossa, ma ...: ecco un buon argomento per un prossimo post.L'etica nel commercio.

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