mercoledì 12 dicembre 2012

Argomenti tabù

Il post precedente affronta un tema che , di solito, è tabù allorchè viene ulteriormente approfondito: infatti le esperienze vengono spiegate dal punto di vista medico e scientifico, ritenendo queste come valide e certe. Ma c'è anche l'esperienza singola che è l'unica che dovrebbe essere valida.E' anche vero che troppo speso dubitiamo di noi stessi e delle nostre azioni: come prova è più che sufficiente verificare le testimonianze relative a un incidente o anche farsi raccontare la trama di un film. Il vero tabù tuttavia lo incontriamo quando, per dirla con Melinda Gordon, andiamo o passiamo oltre: di quello in pochi vogliono davvero parlarne. Chi ne parla lo fa, in numerosi casi perchè affascinato proprio dal tema morte: spesso ne vuole sapere di più perchè ha raggiunto, inconsapevolmente forse, un livello di serentià interiore per cui è, per così dire, pronto ad affrontarla. Da un'altra angolazione invece c'è la scienza che ,purtroppo invece liquida il tutto con le solite frasi di circostanza: non essendoci riscontri oggettivi, la cosa non tanto non esiste ma non se ne può nemmeno parlare,almeno in termini scientifici.
Di diverso avviso ci sono persone che si ritengono libere da vincoli sia scientifici che religiosi, per cui lasciano libere le persone di credere ciò che vogliono dato che, a conti fatti, cambia poco sapere se e che cosa c'è, anche perchè non possiamo a parer loro influire in alcun modo in quello che è definito un processo inarrestabile. Non possiamo essere eterni o vivere oltre una certa età e le testimonianza sui vari matusalemme sarebbero falsità. Ma torniamo un momento al tema pre morte, a ciò che si sperimenta in quei momenti: come già detto in un altro post, la persona che ho conosciuto e che è stata per circa due settimane buone in coma, mi riferì su mia richiesta che non aveva visto nessuna luce ma ,semmai aveva avuto un colloquio con la suocera la quali gli disse che "non ci faceva niente lì, in quel luogo". In verità ma bonariamente lo avevo un po' sfotticchiato, cercando di fargli aggiungere qualcosa in più, qualche particolare rivelatore di verità o di palese invenzione. Senza successo. Ora mi domando se sia un bene indagare sul perchè si muore e sul dopo, oppure se sia meglio lasciare perdere e,come dicevano alcuni uomini del passato, vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. Del resto ha senso o no, impiegare anni e anni della propria vita per cercare di capire questi e altri misteri? Ha senso nel momento in cui sdoganiamo il tema morte e forse, vedendolo da più angolazioni e senza paraocchi o filtri, riusciamo davvero a capire come stanno le cose. Diversamente diventa un argomento come tanti, magari il meno visitato, o affrontato di striscio perchè, come prima o poi succede a tutti, vediamo morire una persona cara e questo risveglia in noi un senso di angoscia invitandoci a riflettere.

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