lunedì 15 ottobre 2012

Sacchi di sabbia... fucili da caccia...

O come diceva qualche altro, "rimettiamoci la maglia , i tempi stanno per cambiare": peccato che si parli sempre del futuro, che come si sa non esiste, curvatura dello spazio, stringhe o altro che dir si voglia, sono solo sulla carta. Noi viviamo il presente: un presente merdoso, per tante persone che leggono, purtroppo ( a questo punto la penso così) cose scritte perlopiù da persone con la pancia e le tasche piene o ben riempite.Cioè persone che non temono il futuro come i disoccupati, i falliti, come coloro che sono sempre in competizione con altri e che devono essere flessibili:chi legge è spesso senza speranza e non tutti possono attraversare la frontiera a piedi.
Ora per principio ed esperienza (sì, mi voglio esaltare) mi ha sempre dato fastidio chi urla, chi alza la voce (così, magari, gli danno ragione), chi mette timore e crea ansia, e chi offende e tende a umiliare il prossimo. Quando leggo che gli italiani (perchè? tu sei forse straniero?) non hanno coraggio, si fanno addosso,non sono capaci di reagire o di aggregarsi e unirsi nelle lotte, a me più che dare una scossa e generare una reazione in chi legge o ascolta parole simili, penso che possa ottenere una reazione,sì, ma negativa. Un moto di rifiuto perchè non ci si identifica in quel tipo di persone. Del resto chi scrive, e anch'io quindi, che cosa so di chi legge un mio post? Posso quindi accusare o invitare qualcuno a compiere una o determinate azioni? Posso, se mai, invitare le persone ad analizzare o riflettere su alcuni fatti o a discutere, sempre che gli vada a genio la cosa, su alcune mie considerazioni.Non posso pretendere che si sentano colpevoli di ignavia nè accusarli,palesemente, di essere codardi. Ma anche distinguere eventuali ruoli,ad alcuni cari, come essere filosofo o ideologo di un movimento di opinione, mi sta bene e posso condividerlo. Quindi ben vengano le osservazione se,però, sono ben chiare e circoscritte, documentate e propositive. Mi fa più piacere leggere una sfilza di accuse e critiche,con alla fine una dichiarazione di impotenza, piuttosto che le stesse parole ma senza la frase fine che ammette di non sapere che cosa suggerire. E' facile sputare sentenze e accusare,sempre gli altri ovviamente, di non sapere fare un tubo, di essere ignoranti e impreparati (riferendosi ai giovani,ovviamente) o di volersi dedicare a studi diversi da quelli scientifici che sono improvvisamente diventati sacri: peccato che ci servano le guide turistiche, che occorrano i restauratori di opere d'arte, archeologi eccetera. Peccato che siano tutte figure professionali, o meglio persone, che sono già presenti nella nostra nazione, ma come disoccupati o supersfruttati a basso costo. Come i geologi che un tempo dovevano occuparsi della sicurezza del territorio, del suolo: peccato che ci siano anche "figure professionali che si sovrappongono" o che volutamente vengono sovrapposte con i risultati che si vedono. Non dimentichiamo poi che in alcuni casi fa comodo giocare la carta della solidarietà e del volontariato, onde non pagare pegno e stipendio. Ma torniamo un attimo indietro e scopriamo ,ancora una volta e se mai ce ne fosse ancora necessità, che mancano proposte chiare per la nazione che, se vista come un ammalato, ed essendo stati anche noi almeno una volta malati, sappiamo cosa vogliamo quando siamo in quella situazione: vogliamo guarire, ma sopratutto alzarci e camminare, rimetterci in sesto, non soffrire. La vecchia pubblcità di un noto antidolorifico, ricordava che quando uno ha il mal di testa vuole una sola cosa: che gli passi. Non vuole sapere perchè lo ha o perchè gli viene, ma vuole che gli passi. Poi si farà gli esami, le visite e i controlli, ma intanto rendi una persona autonoma. Una nazione come la nostra deve essere messa in condizione di stare in piedi da sola, di generare ricchezza e benessere per i propri abitanti. Invece, così come stanno le cose, è sempre indietro e arranca. Le centinaia di aziende in fallimento o fallite, testimoniano questo stato di cose, così come i precari, i licenziamenti nella sanità privata. Sono cose che si possono tollerare? Si deve aggiungere che è vero che il problema non si risolve se non si riprenderà la sovranità monetaria e territoriale, quindi caro Napolitano ci dobbiamo riprendere sovranità e non cederne: ma ,come per un ammalato, prima lo dobbiamo mettere in piedi e non tenerlo fisso su una sedia a rotelle o in un letto d'ospedale. Un ultimo appunto vale per me ma forse anche per altri: ammetto che a volte,assai spesso, vuoi per il politicamente corretto, vuoi per paura di essere bannato o denunciato, vuoi proprio per timore di esprimere opinioni o pareri che possono portare a ritrovare in casa o nell'auto piuttosto che addosso di bustine di droga o armi o materiale pedopornografico, ecco che una persona si astiene dal muovere critiche, dal dire la sua, e teme di avere pensieri diversi da quelli omologati e in linea con i media. E' un vero peccato e non mi salva il dover ammettere che ,così facendo, le cose non possono che peggiorare e che è colpa anche mia se nessuno reagisce, dato che io per primo me la faccio addosso: le mie vicissitudini giudiziarie, l'essere stato condannato (secondo me) ingiustamente, aver subìto angherie d ivario genere, mi hanno portato a conoscere e sperimentare lo strapotere giudiziario. Ne avevo raccontato nel vecchio blog, riassumerò in altro post esperienze mie ma anche altrui. Sono cose successe tempo fa, ma sempre attuali almeno nell'ottica per cui se ti fai vedere diventi un bersaglio. 

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