venerdì 26 ottobre 2012

Quasi, quasi...mi ci vedo

E il terrore di poter essere io ,un giorno, al suo posto, mi fa fuggire lo sguardo altrove, cancella pensieri e idee. Vedere uno come potrei essere io, ridotto uno straccio, l'ombra di me stesso, ripulito alla bell'e meglio, con abiti dismessi, ma sopratutto sapendo ed essendo convinti che avevamo e abbiamo i numeri, le qualità e caratteristiche, e anche la voglia, per non dover finire così, impedisce ogni azione propositiva per tirar fuori dai guai, dalla povertà, dal disagio uno che è troppo simile a noi. Non vedo altra spiegazione al rifiuto, che ad esempio mi è stato riservato dalle varie associazioni, darmi una mano affinchè potessi tornare quello di una volta: quello che dava anche 4 buste paga, faceva girare soldi, portava (me lo si lasci dire) anche un po' di cultura nel mondo del mobile per ufficio in Sardegna. Ma così non è stato.Sono passati più di 8 anni e le cose, per me almeno, sono difficili. Nessuno, quando ti vede in quelle condizioni, ti offre un minimo di credibilità: a meno che tu non sia diverso, per colore della pelle o religione, per lingua o tradizione, oppure basta che non sia del posto. Allora ti danno una mano, ti fanno lavorare, si mettono al tuo servizio.

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