sabato 6 ottobre 2012

Immaginate una stanza buia...

Immaginate una grande stanza buia. In quella stanza c'è un regista che sta sonnecchiando, disteso su un divano. Improvvisamente il regista si risveglia: gli è venuta un'idea per un nuovo film.

Il regista si mette al lavoro e inizia a scrivere la sceneggiatura. Inventa personaggi, crea situazioni, immagina ambienti, poi cambia e ricambia la storia per renderla sempre più interessante, finché non è completamente soddisfatto del risultato.

A quel punto il regista inizia a mettere in piedi la produzione del film. Fa i provini a diversi attori, sceglie quelli più adatti, e discute con loro tutti gli aspetti più reconditi della personalità dei protagonisti.

A loro volta, ciascuno degli attori valuta il ruolo che gli stato è offerto, e decide se partecipare o meno al film, anche tenendo conto della propria carriera. Ad esempio, un attore che nel film precedente ha interpretato il ruolo del cattivo, accetta volentieri il ruolo dell'eroe nel nuovo film, perché vuole evitare di venire percepito dal pubblico come una persona realmente cattiva. Oppure, un'attrice decide di partecipare al film perché la storia d'amore che dovrà vivere sul set le permetterà di esplorare una zona della sua personalità che ancora non conosce bene. Un terzo attore, che nel film precedente ha interpretato il ruolo di un industriale miliardario, accetta volentieri di interpretare il ruolo di un operaio sfruttato dal padrone, per conoscere meglio ambedue gli aspetti di questa dinamica sociale.

Nel frattempo il regista fa costruire i set, organizza la troupe, pianifica la produzione, e finalmente, un bel mattino, viene dato il primo ciak.



La vicenda immaginata dal regista comincia a dipanarsi sul set, scena dopo scena, episodio dopo episodio. Gli attori si muovono esattamente come previsto dalla sceneggiatura, ma il regista lascia loro una certa libertà di scelta, all'interno di ogni scena. E così ogni tanto gli attori si permettono di improvvisare, sempre restando nei limiti del ruolo che gli è stato attribuito, proprio per contribuire a rappresentare un personaggio più credibile e completo. Tutti gli attori sono molto bravi, ed arrivano ad immedesimarsi nel proprio ruolo fino a credere di essere davvero i personaggi che stanno rappresentando. E così, durante tutto il periodo delle riprese, la storia immaginata dal regista vive sul set come se fosse un frammento di vita vera.

Poi le riprese finiscono, le luci sul set si spengono, tutti tornano a casa e ciascuno riprende la propria vita normale. Il regista comincia ad immaginare un nuovo film, da girare magari in luoghi diversi, con una storia completamente diversa da quella appena raccontata. Gli attori, a casa loro, ripensano l'esperienza vissuta sul set, traggono le loro conclusioni e si ripromettono di fare ancora meglio, nel prossimo film, per migliorare ancora quei piccoli difetti che gli rimangono nella recitazione. Qualcuno di loro inizia ricevere offerte per nuovo film, e comincia a valutare se accettare o meno quelle offerte.

Sostituite ora "grande stanza buia" con "universo vuoto".
Sostituite "regista" con "Creatore".
Sostituite "sceneggiatura" con "progetto di vita nel mondo materiale".
Sostituite "set" con "pianeta terra".
Sostituite "primo ciak" con "comparsa della vita".
Sostituite "vicenda del film" con "storia dell'umanità".
Sostituite "attore" con "anima".
Sostituite "personaggio rappresentato" con "incarnazione fisica".

Poi accendete il proiettore ....

Et lux fuit.

Massimo Mazzucco
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4099 

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