martedì 23 ottobre 2012

Femminismo: una creazione Sionista mondialista

Femminismo: una creazione Sionista
Osserviamo e meditiamo su quello che è avvenuto negli ultimi anni nella riduzione del Ruolo della Madre e della Donna ad un mero tramite biologico di incubazione di nove mesi: l’uomo ingannato è il più felice, l’idiota retrogrado autodefinito come “maschilista”, che ride con stupide battute che mettono in ridicolo la donna, specie per quello che riguarda l’intimità. La Donna è stata ridotta a un mero oggetto di piacere decorativo, una vile mercanzia, denigrata, sfruttata. Una macchina da penetrazione. Salvo alcuni nobili casi, la Donna è trattata come un oggetto sessuale: se le mancano le tette c’è il silicone; se è in sovrappeso c’è la liposuzione. La pubblicità vende milioni con i suoi reggiseni e fondoschiena.
Mai come ora è stato sfigurato il suo ruolo naturale nella lotta per l’esistenza.

Non basta che la donna sia vista attraente e seducente, splendendo per la sua bellezza, mettendo in risalto il suo corpo che fu sempre oggetto di ammirazione ed emblema di estetica, ispirazione di artisti. Questo non è sufficiente. Dalla più tenera età, la si induce a vestire in modo “provocante”. In ultima analisi, senza moralismi è palese che ci si trovi davanti non a una desessualizzazione del nudo nel nome di un culto del Bello, bensì a una volgarizzazione del corpo, questo avviene nei prodotti commerciali, negli show televisivi, nei film. E l’espressione massima dell’umiliazione dell’immagine della donna: la pornografia, si avvale dell’indegnità di volgari puttane per coltivare un’immagine della Donna come merce e del sesso come atto di uso e consumo in cui i corpi sono meri oggetti. [..]Dove sono Emma Bonino e quelli/e che urlano in piazza per un’assassina fedifraga come Sakineh Ashtiani (ricordiamo il caso sapientemente manipolato in funzione anti-iraniana dai megafoni di Sion, principalmente dal francese Bernard-Henry Levy) quando la dignità della donna è così vilipesa? La risposta è che è ormai in atto, da decenni, una politica di distruzione della famiglia e di ciò che è sano, famiglia negata come organizzazione basica di ogni Nazione, di conseguenza la donna si è allontanata dalla casa, dal suo sposo, dai suoi figli.
A partire dalle famose femministe americane come Betty Friedan (Batty Goldstein) e Gloria Steinem vediamo come una corrente ideologica e filosofica dalla chiara matrice mondialista e sionista abbia agito senza maschera in questa direzione. Al proposito citiamo l’estratto di un cinico scritto, di Gustav Perednik, giornalista dell’Hagshamà, Dipartimento dell’Organizzazione Sionista Mondiale:
“ Più di due secoli fa, un’istitutrice inglese, Mary Wollstonecraft, “Una rivendicazione dei diritti delle donne”, nella quale esigeva risvegliare la mente repressa delle sue pari con mezzi educativi. Da allora l’ideale femminista ha percorso un tragitto sinuoso, in molti casi con protagoniste delle ebree d’avanguardia, come Berta Pappenheim in Europa ed Emma Goldman negli Stati Uniti d’America. In buona parte furono ispirate dalla tradizione ebraica”
Parte di questo reazione “femminista” delle donne ebree può essere onesta, di certo, ma non come un consolidamento di inesistenti valori di rispetto per la donna da parte del giudaismo, ma come ribellione contro la sottomissione delle quali sono vittime come donne e spose ebree. Nel suo libro autobiografico “Life so far”, Betty Frieman riconosce che,
Betty Friedan mentre guidava le proteste femministe degli anni 60, accettava perfettamente che nella sua casa il marito Carl Friedan la picchiasse e la trattasse con permanenti aggressioni. L’organizzazione delle donne sioniste chiamata WIZO (Women International Zionist Organization) è uno degli organismi istigatori del femminismo diffuso come “liberazione della donna” nella forma che abbiamo descritto qui. La WIZO recluta ormai molte donne non-ebree come membri onorari, specie tra le “first-lady” di ogni nazione, e nell’agenda dei nostri ministri per le “pari opportunità” ci sono spesso incontri con questa organizzazione e altre parallele. Praticamente non esiste lider femminista non ebreo che attualmente non sia vincolato come membro onorario alla WIZO. La sua presenza è costante in campagne a favore dell’aborto e dei “diritti uterini” della donna.
E’ curioso che questo interesse femminista venga da persone appartenenti a una religione e ad un popolo che, fondamentalmente, pone molte restrizioni alle donne e obbligandole a certe pratiche di sottomissione interna al matrimonio, come due relazionali sessuali obbligatorie la domenica e cose del genere, eppure questi sono gli stessi che stranamente si ricordano solo del velo musulmano.
L’umiliante posizione della donna nella struttura familiare e religiosa del giudaismo è stata manifestata più volte nei ruoli che il sionismo le ha assegnato nella sua conquista mondiale, conquista, ci teniamo a precisarlo, che non ha niente di complottista ma è sotto gli occhi dell’intera umanità in tutta la sua chiarezza con i suoi nomi, le sue organizzazioni, i suoi soprusi internazionali, le sue sigle ecc…
Una Donna
Uno dei casi più patetici degli ultimi anni fu quello della signorina Monica Lewinsky, ebrea, che fu utilizzata nel 1995, di sua volontà, come un mezzo sessuale per infangare l’allora Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton. Un’intelligente trappola tesa dal Mossad così che Israele, ricattando il Presidente, potesse estorcere la corrispondenza segreta dei capi palestinesi con il governo nordamericano, per la liberazione di alcune unità di spionaggio del Mossad detenuti negli USA e per obbligare questi a interrompere i suoi rapporti con l’Iraq, che sfociò in un nuovo bombardamento del paese arabo. Clinton, che visse circondato da ebrei nella sua Casa Bianca, finì per essere solo un burattino di Israele attraverso questa gente, specie la Lewinsky.
Altro indizio del basso gradino che occupano le donne nella gerarchia di questi stessi che oggi le inviano a insegnare il “femminismo” ai gentili, si trova nel ruolo assegnato alle donne dal Libro di Esther compiendo un vecchio archetipo molto ben maneggiato dai giudei, e che possiamo chiamare “la tentazione fatale di un’ebrea”. Così come Esther giunse ad avere profitto dalla sua relazione sentimentale con il Re di Persia in favore del suo popolo, anche oggi è comune – troppo comune – che donne ebree contraggano matrimonio con non-ebrei di famiglie influenti, di circoli intellettuali o ruoli di comando, giustamente con proposito di ottenerne dei benefici. Il Libro di Esther esalta questo ruolo con un dettagliato tornaconto di quanti persiani, compresi donne e bambini, sono stati sgozzati in quanto “nemici di israele”, questo massacro è festeggiato nel giudaismo con la festa del Purim.
Fonte:
http://www.corrente88.net/2012/08/19/12-agosto-festa-della-madre/

''..Dopo aver litigato con i genitori, che volevano costringerla ad abbandonare gli studi da insegnante per sposarsi, all'età di 14 anni Golda Meir si trasferì a Denver, Colorado, presso la casa della sorella. Sheyna Mabovič Korngold e il marito erano soliti organizzare dei dibattiti culturali, e in tali occasioni la Meir entrò per la prima volta in contatto con il mondo letterario, il femminismo e il pensiero sionista. Lei stessa scriverà, nella sua autobiografia: Denver fu un vero punto di svolta, perché lì ebbe inizio la mia vera istruzione. A Denver la vita mi si aprì innanzi per davvero[8].''
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Golda_Meir
postato da antiUsrael su http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=53148#top

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