lunedì 3 settembre 2012

La tassa e la moneta trovata dentro il pesce

In un momento tra i più delicati e carichi di emozione della sua vita terrena, Gesù rivela ai discepoli che la risposta al suo divino e sconfinato amore per l’uomo sarà la fredda e calcolata decisone dell’uomo di ucciderlo ed eliminarlo violentemente. Gesù annuncia inoltre che, nonostante la risposta violenta dell’uomo, lui non fermerà il proprio progetto di amore e di salvezza per l’uomo, anzi, lui risorgerà e donerà, a tutti coloro che lo chiederanno umilmente, la potenza dello Spirito Paraclito per costruire, da lui guidati, una nuova umanità, la più evoluta mai esistita, protesa come non mai alla bellezza, alla pace, al benessere. Proprio in questo momento così delicato e meraviglioso, carico di amore e di pianto amaro per il distacco imminente e per tutta la sofferenza che da lì a poco, come un uragano cieco e distruttivo, si avventerà sul Figlio di Dio a causa della cattiveria dell’uomo, proprio in questo momento, gli esattori delle tasse chiedono a Gesù di pagare una tassa, e non una tassa qualsiasi, ma la tassa dovuta al tempio.


Come ricorda Gesù, nessuno deve pagare per quello che vive e usa in casa propria, solo gli estranei devono pagare. Dio ha creato questa terra perché sia la casa per l’umanità, una casa meravigliosa, lussureggiante di vita e di risorse, in modo tale che tutti gli uomini possano accedere a tutto ciò che serve loro per vivere nel benessere e in pace, senza pagare nulla a nessuno.
Ma in questo modo, quelli che si ritengono i signori del mondo, come avrebbero potuto arricchirsi a dismisura e garantirsi il monopolio delle risorse della terra? Per raggiungere i loro scopi, quelli che si sono costituiti padroni e signori del mondo hanno creato un sistema culturale, economico e politico fondato sull’assioma: chi possiede, ha il potere, chi ha il potere, possiede. Costoro vivono la terra come fosse la loro proprietà privata e la loro casa in esclusiva, e per questo trattano i popoli come degli intrusi fastidiosi, degli estranei ostili che non hanno il diritto divino di cittadinanza, il diritto di abitare, lavorare, divertirsi, vivere nel benessere e nella sicurezza su questa terra come fosse anche la loro casa. La prova per cui i padroni del mondo considerano la presenza, la vita dei popoli sulla terra un’intrusione di estranei senza diritti sta nel fatto i che i popoli sono costretti a pagare continuamente per tutto quello che fanno e vivono. I popoli sono trattati dagli stati e dal potere come degli eterni affittuari, dei mezzadri a cui viene concesso di lavorare la terra e di accedere alle risorse della natura come degli schiavi, ma solo per poi essere spolpati fino all’osso e solo perché siano lasciate loro solamente le briciole per poter sopravvivere. Qual è il sistema di spremitura legalizzato, inventato dai signori del mondo? Semplice, le tasse. Nella storia dell’uomo le tasse sono servite e servono unicamente a garantire il funzionamento e il finanziamento delle infrastrutture più costose della storia umana, assolutamente indispensabili al potere per continuare il proprio devastante progetto: gli eserciti e le istituzioni. Le tasse servono a pagare i costi del sistema militare e a garantire il più alto tenore di vita possibile a coloro che gestiscono il potere attraverso le istituzioni. Eserciti e istituzioni sono due strutture sociali perfettamente improduttive e, pur non producendo nulla, sono capaci di succhiare dai popoli energie incalcolabili, e dunque necessitano di parassitare denaro, sostanze, energie, manodopera dai popoli loro schiavi. Non è questa la vita che Dio aveva desiderato per l’uomo. Per fare un esempio: i nativi d’America, per decine di migliaia di anni, hanno vissuto in perfetta armonia con la natura, strutturati e organizzati, senza foraggiare istituzioni, senza stati, senza pagare una tassa o un’imposta.
In questo brano del vangelo è scritto come Satana ha cercato di prendersi una soddisfazione che covava dentro dall’inizio dei tempi. Satana desiderava far pagare una tassa, e una tassa del tempio, al Figlio di Dio. Non vedeva l’ora di far provare a Gesù, il Signore di tutte le cose, la sensazione di essere un affittuario, uno schiavo come tutti. Non ha resistito alla tentazione, si fa per dire, di assoggettare al sistema del potere, almeno per qualche istante, il Signore della vita, e per fare questo ha creduto gli sarebbe bastato ricevere dalle sue mani un tributo, una tassa. Satana voleva almeno per un istante far provare a Gesù l’umiliazione che è riuscito a infliggere, in modo così esteso e capillare, a tutta l’umanità per secoli e millenni, schiavizzandola con tasse di ogni ordine e tipo imposte dai parassiti dell’umanità. Una soddisfazione misera e grottesca alla quale Gesù ha risposto con il sorriso di un miracolo particolarissimo. Gesù, attraverso Pietro, ha fatto consegnare a Satana una moneta d’argento prelevata dalla bocca di un pesce appena pescato. Questa moneta è stata pescata in questo modo per tre motivi. Primo, per chiudere la bocca alla patetica tracotanza del petulante esattore servetto di Satana; secondo, per non suscitare scandalo alle menti ignoranti e limitate della gente del popolo; terzo, per mostrare all’uomo che il Signore di tutto può trovare ricchezza, benessere, bellezza, grazia, risorse in ogni più piccola realtà da lui creata.
La moneta d’argento pescata nel pesce rivela all’umanità che la vera carta di credito senza limiti, che l’uomo sogna di possedere per garantirsi il proprio benessere e la propria serenità, non è quella legata al conto delle banche dei padroni, ma è la ricchezza dell’amore che Dio ha posto nella nostra stessa persona. La ricchezza e la bellezza è dentro di noi, dentro la vita stessa che Dio ha donato ai suoi figli, questa è la carta di credito senza limiti di amore da ricevere e da donare, che un giorno offrirà all’uomo la possibilità di vivere libero e felice in questo mondo immenso e meraviglioso.


Vangelo di Matteo 17,22-27

In quel tempo, 22 mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini 23 e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
24
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?» 25 Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?» 26 Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. 27 Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

fonte  http://www.peopleinpraise.org
visto su stampalibera e copiato e postato su questo blog

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